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Big Tech, ecco le nuove norme europee. Breton: “Non siamo contro di loro, ma hanno più responsabilità”

Dic 15, 2020

MILANO – Si alza il velo di Bruxelles sul piano per disciplinare il mercato e i servizi delle grandi piattaforme tecnologiche nel Vecchio continente. Un armamentario vasto del quale si dota, come anticipato nei giorni scorsi, la Commissione europea e che è destinato anche a segnare la dialettica con l’amministrazione Biden, visti i nomi coinvolti: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft e un’altra dozzina di compagnie.

Il pacchetto è duplice, composta dal Digital Markets Act (Dma) insieme al Digital Services Act (Dsa).

La responsabilità sui contenuti illegali

Le piattaforme digitali saranno tenute a intervenire “rapidamente” quando ricevono una notifica della pubblicazione di un contenuto illegale sui loro siti, dice il Dsa. Le norme proposte da Bruxelles richiedono a tutti gli intermediari online, senza distinzione, di assumersi una maggiore responsabilità nella moderazione dei contenuti e di cooperare con le autorità per rimuovere il materiale illegale diffuso dagli utenti, come contenuti di stampo terroristico, pedopornografico o di incitamento all’odio. Le piattaforme più grandi, con più di 45 milioni di utenti, ovvero il 10% della popolazione dell’Ue, dovranno dotarsi di mezzi umani e/o automatizzati per garantire la loro capacità di intervenire rapidamente in caso di notifica. Per evitare di essere ritenute responsabili della diffusione dei contenuti illegali, saranno tenute a dimostrare di non avere “effettiva conoscenza” o a dare prova di “agire rapidamente” al fine di rimuovere o disabilitare l’accesso al contenuto.

Le sanzioni

Si conferma che le Big Tech potrebbero incorrere in multe fino al 10% delle loro entrate annuali se non rispettano le nuove regole Ue sull’utilizzo dei dati, la concorrenza e la moderazione dei contenuti online, conferma infatti la Commissione europea presentando il suo nuovo pacchetto per regolamentare il mercato digitale. L’esecutivo Ue richiede multe fino al 10% del fatturato annuo per le grandi piattaforme colpevoli di volare deliberatamente la concorrenza, e multe fino al 6% delle entrate globali per chi non rispetta gli obblighi di moderare e rimuovere la propaganda terroristica e altri contenuti illegali pubblicati dagli utenti.

“Non diciamo che” le Big Tech “sono troppo grandi, ma diciamo che più le società sono grandi, più devono rispondere a obblighi e responsabilità”, ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, presentando il nuovo pacchetto europeo per regolamentare il mercato digitale. Un pacchetto da lui condiviso con la titolare della concorrenza Vestager. Le norme “non sono contro” qualcuno, “ma per i cittadini dell’Ue, le nostre impese, la democrazia, l’innovazione, la concorrenza leale”, ha aggiunto Breton.

Dal Dma emerge che le Big Tech che vengono multate tre volte in cinque anni saranno etichettate come recidive e l’Ue si muoverà per separare strutturalmente le loro attività europee: se una grande azienda digitale non corregge una pratica sleale che rafforza la sua posizione dominante sul mercato, l’Ue può imporre “qualsiasi rimedio comportamentale o strutturale proporzionato all’infrazione commessa e necessario per garantire la conformità” alle norme Ue, afferma Bruxelles. La separazione dei servizi europei di un gruppo potrà avvenire “in ultima istanza”.

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