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“Mi fidavo di Alberto perché c’era lei”. La ragazza di Genovese indagata per violenze

Dic 9, 2020

MILANO – Avrebbero dovuto lasciare insieme l’Italia verso il Sudafrica, si ritrovano entrambi indagati per gli stessi reati. Alberto Genovese, l’imprenditore delle start-up capace di inventare dal nulla aziende che lo hanno reso milionario, prima di sprofondare nel gorgo di autodistruzione tra cocaina e violenze sessuali. E lei, Sarah B., 25 anni, poco più grande delle vittime, fidanzata, ex fidanzata, poi di nuovo la compagna con cui pianificare la fuga, al fianco di Genovese la notte in cui viene arrestato. Entrambi sono indagati, nell’inchiesta del procuratore Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro, per violenza sessuale e spaccio di droga. Ma le indagini porteranno all’iscrizione di Genovese anche per altri presunti abusi, mentre per ora Sarah B. è indagata solo per l’altro stupro di Villa Lolita, a Ibiza.

«Alberto e Sarah mi hanno invitato in camera per fare un’altra striscia di cocaina e io li ho seguiti — ha raccontato la ventitreenne ospite in Spagna — . Mi sono fidata perché oltre a me e ad Alberto c’era anche Sarah. In camera ho tirato una striscia di droga di colore rosa che pensavo fosse 2CB, poi non ricordo più nulla». Il giorno dopo la ragazza si ritrova con i vestiti strappati, dolori e lividi su tutto il corpo. «Ho avuto la sensazione di aver subito un rapporto sessuale». «Secondo me in camera c’erano tutti e due», conferma in tv.

Succube o complice, sono diverse le testimonianze sul presunto ruolo di Sarah come procacciatrice di ragazze e compagna delle notti violente del fidanzato. Il suo nome compare già nel fermo eseguito d’urgenza, dopo che Alberto contatta la questura per chiedere informazioni sul rinnovo del suo passaporto e di quello di Sarah. «Si dice che lui e la sua ex fidanzata erano soliti drogare le ragazze alle loro feste private per poi violentarle», mette a verbale l’amica della vittima della notte tra il 10 e l’11 ottobre. A quella festa, la fidanzata di Genovese non c’è. I due avevano litigato, come accadeva spesso.

Sarah aveva prima respinto il corteggiamento di Alberto, poi si era lasciata sedurre dai regali lussuosi e dai viaggi a sorpresa fino all’altro capo del mondo a bordo del jet privato, su cui saliva senza fare nemmeno la valigia. Prima di sparire dai social appariva con Alberto su spiagge tropicali ma anche in foto bizzarre: lui vestito da prete, lei col velo da suora sulla testa, e il resto del corpo seminudo, con calze a rete e stivali di pelle. «Alberto è fatto così» diceva alle amiche, quando lui sfatto dalla coca avvinghiava le ragazze ai party e spariva in camera.

«Sono la sua fidanzata — ha detto nelle ultime settimane — lo amo e lo difenderò sempre». Non ha sporto denuncia invece la giovane che ieri su Rai2 ha descritto un altro approccio violento di Genovese a una festa. «Non voglio che si vada a dire in giro che la droga lo ha confuso, che la fidanzata non sapeva, perché lei era in stanza, è succube — ha detto — . Stavamo ballando ma poi è diventato aggressivo, ha iniziato a toccarmi. Con una scusa sono andata in bagno e ho chiamato il mio fidanzato chiedendo aiuto. Alberto se n’è accorto e mi ha spinto fuori seminuda, come un cane. Lui è un serial killer. era tutto premeditato».

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