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Borse, pausa di riflessione dopo i rally. Il petrolio debole in attesa delle mosse Opec

Dic 2, 2020
MILANO – Si annuncia una pausa di riflessione sui mercati, dopo il nuovo rally che ha permesso a Wall Street di salire ancora e con il petrolio debole per le divisioni interne al cartello produttore dell’Opec sul prosieguo dei tagli per tenere sostenute le quotazioni.

I future sui listini americani e su quelli europei sono deboli, mentre in Asia gli scambi sono stati misti. La Borsa di Tokyo ha chiuso in leggero rialzo beneficiando ancora dell’ottimismo per i progressi dei vaccini e dopo che si è rafforzata l’aspettativa per l’arrivo di nuovi aiuti negli Usa. L’indice Nikkei è avanzato dello 0,32% a 26.800,98 punti. Debole invece Hong Kong, in calo dello 0,2% e con Xiaomi, la produttrice cinese di smartphone, in forte ribasso dopo la vendita di azioni sul mercato. Ieri sera tutti e tre i listini di Wall Street hanno registrato nuovi livelli record: il Dow Jones è salito dello 0,78%, lo S&P 500 dell’1,2% e il Nasdaq dell’1,22%.

Quel che si domandano gli investitori è quanto sia già prezzato nelle valtuazioni da record di questi giorni dell’arrivo di un vaccino, e se ci sia spazio limitato per ulteriori rialzi: queste le questioni sintetizzate da Esty Dwek, a capo della strategia di Natixis Investment Managers Solutions, in un report di cui dà notizia Bloomberg. “Se guardiamo al 2021, lo scenario è di un miglioramento della situazione con la pandemia alle spalle ma rimane un grande numero di rischi”.

L’euro apre in rialzo sopra 1,20 dollari. L’ottimismo sui vaccini e l’aspettativa per l’arrivo di nuovi stimoli negli Usa favorisce la propensione al rischio degli investitori. La moneta europea passa di mano a 1,2072 dollari e 126,10 yen. Dollaro/yen in rialzo a 104,26. Il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e la Speaker della Camera Nancy Pelosi hanno tenuto dei colloqui sui nuovi stimoli ieri, per la prima volta dalle elezioni del 3 novembre, mentre un gruppo bipartisan di senatori e deputati ha proposto misure di soccorso per il coronavirus per un valore di 908 miliardi di dollari.

Lo spread riparte dall’area 115 punti base con il rendimento del decennale italiano allo 0,635%. Ieri si sono agitate le acque intorno alla Banca centrale europea: il Wsj ha ricostruito che il capo economista Philip Lane avrebbe tenuto “decine di telefonate” con un gruppo ristretto fra i maggiori investitori mondiali, per fornire chiarimenti dopo le affermazioni della presidente, Christine Lagarde, quando questa a marzo pronunciò la famosa frase “non siamo qui per chiudere gli spread”, che causò un’impennata del rendimento dei Btp e il crollo di Piazza Affari. Una sferzata ai mercati, pur indolore per ora, è arrivata anche dal membro del consiglio direttivo Isabel Schnabel che ha chiarito come la Bce non si senta obbligata nella propria azione dalle attese dei mercati. Queste ultime sono, in vista della riunione della prossima settimana, per un rafforzamento degli strumenti anti-pandemici.

I prezzi del petrolio sono in calo, dopo la decisione dell’Opec + di rinviare a domani la decisione sul taglio della produzione petrolifera. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono dello 0,8% a 44,20 dollari e quelli sul Brent dello 0,65% a 47,22 dollari al barile.

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