La sentenza è stata emessa dopo tre ore di camera di consiglio. Caterino è accusato di quadruplice omicidio premeditato aggravato dal metodo mafioso e porto e detenzione di armi in concorso. Il quarantenne è stato ritenuto il basista del commando armato ovvero, colui che ha pedinato sia nei giorni precedenti sia nel giorno dell’agguato Mario Luciano Romito, 52 anni, esponente di spicco dell’omonima famiglia scarcerato sei giorni prima della sua uccisione e ritenuto il reale obiettivo dei killer.
Poi l’agguato a cui lo stesso Caterino sfuggì il 18 febbraio 2018 a Manfredonia voluto dai clan Romito e Moretti della società foggiana per vendicare un altro l’omicidio,quello di Mario Luciano. Dopo la requisitoria i legali di parte civile hanno depositato la memoria difensiva chiedendo la condanna e la richiesta di risarcimento. Il processo a causa dell’emergenza Covid si svolge a porte chiuse con la sola presenza delle parti processuali. Non è noto se la sentenza sarà emessa oggi.
“Mi aspettavo la richiesta di ergastolo, ed oggi devo anche evidenziare che aver ascoltato il pm che ha ripercorso tutto quello che tendenzialmente è successo il 9 agosto 2017, mi ha convinta ancor di più che quell’uomo che oggi è imputato, il presunto basista, era lì presente”.
Lo ha detto Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani “Ho chiesto di poter vedere questa persona, il presunto basista – ha aggiunto – di guardarlo in faccia, negli occhi e raccontargli semplicemente chi era mio marito, come vivevamo prima della tragedia; di parlargli di mio figlio. Probabilmente mi avrebbe fatto una risata in faccia. Gli avrei parlato di gente onesta”.