Maltempo in Sardegna, il giorno dopo l’alluvione a Bitti: ruspe a lavoro per liberare le vie dal fango
Come ricordato dal presidente della Regione, Christian Solinas, la perturbazione che sabato si è abbattuta sul Nuorese è stata di potenza tre volte superiore a quella del ciclone Cleopatra del 2013. Sabato sera una seduta straordinaria della Giunta ha dichiarato lo stato di emergenza regionale. Dopo il comune di Bitti, anche la diocesi di Nuoro ha aperto una raccolta fondi per la comunità colpita: per avviare i primi aiuti la stessa diocesi ha versato un contributo di 20 mila euro. Sul territorio opereranno i volontari e la Caritas. I contributi potranno essere versati sull’IBAN della diocesi: IT 34 N 0200 817 3020 0000 4299 287, indicando la causale ‘Emergenza Bitti’. #TUTTIconBITTI è il titolo della sottoscrizione ufficiale lanciata ieri dal Comune di Bitti: l’IBAN è IT84N0101585250000000011498 Causale Alluvione 2020.
Maltempo in Sardegna, alluvione a Bitti: la devastazione nelle immagini riprese dal drone
I nubifragi che “hanno funestato l’isola ancora una volta hanno tragicamente messo alla ribalta le fragilità esistenti nei centri urbani e nel territorio in generale”. Così l’Ordine regionale dei Geologi della Sardegna in una nota in cui si annuncia per la giornata a Bitti un summit dei massimi esponenti della categoria.
Maltempo in Sardegna, le immagini dopo l’alluvione a Bitti: massi e fango sfiorano i balconi al primo piano
“Da quando, nel 2016, l’attuale Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Sardegna si è insediato, si sono succeduti comunicati stampa analoghi a questo con una cadenza all’incirca annuale, l’ultimo il 27 novembre dello scorso anno, in concomitanza con i nubifragi in Liguria”, denunciano.
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“Oggi ci troviamo a ribadire concetti espressi più volte, che non ci stancheremo mai di rivendicare – continuano gli esperti – Nonostante il susseguirsi di avvertimenti, si riscontra ancora la mancanza di una efficace politica di difesa del territorio, incentrata sulla prevenzione del dissesto, attuabile con interventi che abbiano, come finalità, la cura e la disciplina del territorio. Ancor oggi subiamo la conseguenza della mancanza di modelli idraulici tarati sul contesto geologico sardo, inoltre quelli comunemente applicati non contemplano, tra gli altri aspetti, il contributo del carico solido mobilitato e trasportato dalla corrente durante gli eventi di piena, aggravando notevolmente l’impatto della massa d’acqua in movimento”.