Miglior prestazione per Lewis Hamilton nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio del Bahrain 2020 di Formula 1. 1’28″971 è il crono colto dall’inglese, che ha preceduto Max Verstappen, della Red Bull, e il compagno di squadra, Valtteri Bottas. Si tratta di dati da guardare con molta attenzione, perché i 90 minuti delle FP2 sono gli unici in cui i team possono sperimentare le condizioni in cui saranno disputate qualifiche e gara. A Sakhir, infatti, si corre in notturna, proprio come nel gran finale di Abu Dhabi, con le temperature che scendono nel corso della gara. Un’evoluzione atipica e non facile da gestire, soprattutto per quanto riguarda gli pneumatici. Gomme che, peraltro, sono messe a dura prova dall’asfalto abrasivo del Bahrain. E a proposito di coperture, sia nelle FP1 che nelle FP2 sono state saggiate le gomme test di Pirelli per il 2021.
Molto lavoro anche per il prossimo anno, insomma, soprattutto per la Mercedes, che, una volta ottenuti entrambi i titoli mondiali, guarda già al futuro. Per Hamilton e Bottas test a velocità costante per saggiare le coperture per il 2021. Una volta calzate le gomme 2020, la W11 di Hamilton è apparsa inizialmente un po’ troppo ingessata nei cambi di direzione, ma poi ha sparato il tempone. Subito competitivo, invece, è risultato Verstappen, ben presto al top con le medie. Ma c’è pure da tenere l’occhio l’indemoniato Sergio Perez, quarto, in cerca di collocazione per il prossimo anno, e Daniel Ricciardo, quinto con una Renault che sembra sposarsi bene con la pista di Sakhir. Per la Racing Point abbiamo qualche riserva in più, visto che spesso al venerdì brillano, ma non raccolgono poi quanto seminato. E occhio all’Alpha Tauri, soprattutto sul passo gara.
Scorrendo ulteriormente la classifica, troviamo Pierre Gasly, dell’Alpha Tauri, in sesta posizione, davanti ad Alexander Albon e a Lando Norris, della McLaren. Completano la top ten Lance Stroll, della Racing Point, e il russo dell’Alpha Tauri, Daniil Kvyat. Undicesimo è Esteban Ocon, della Renault, davanti a Sebastian Vettel, della Ferrari. A separarlo da Charles Leclerc, quattordicesimo e più in difficoltà rispetto a Sebastian, troviamo il futuro ferrarista Carlos Sainz. C’era naturalmente molta attesa da parte dei tifosi della Ferrari sulle prestazioni della SF1000 in Bahrain, un circuito che, con i suoi rettifili, era inevitabilmente destinato a esporre le debolezze della monoposto della Rossa. Ed effettivamente il propulsore causa ancora un deficit considerevole sul dritto non solo rispetto alla Mercedes, ma anche alla Red Bull.
Con un motore non eccellente, gli aggiornamenti azzeccati apportati alla monoposto non sono così efficaci. Certo, il confronto con lo stesso anno è inevitabilimente impietoso, ma resta il sentore che qualche mese fa sarebbe andata pure peggio da queste parti. E c’è un motorizzato Ferrari, Antonio Giovinazzi, dietro a Leclerc. Ma i propulsori della Rossa pullulano a fondo classifica, con Kevin Magnussen, della Haas, sedicesimo davanti a Kimi Raikkonen, dell’Alfa Romeo, e Nicholas Latifi, della Williams. Chiudono la classifica Romain Grosjean, della Haas, e George Russell, della Williams.
Brividi per Alexander Albon, finito fuori pista e vittima dell’effetto pendolo nel tentativo di correggere. Il risultato è stato un violento botto contro le barriere in curva 14, senza conseguenze per l’anglothailandese della Red Bull, ma con gravi danni alla RB16. Uno schianto che è colpa di Albon, che ha cercato di mettere una pezza al suo errore iniziale senza accelerare. Non ci voleva proprio per Albon, che ormai sembra sempre più vicino all’addio alla Red Bull – e alla F1 – al termine di questa stagione disastrosa. L’incidente di Albon ha causato un regime di bandiera rossa. Ma c’è pure stato spazio per un’invasione di pista da parte di un cagnolino, fortunatamente rimasto illeso e tornato ben presto al sicuro al di là della recinzione.