Tutte insieme, per evitare che un pilastro importante dell’economia nazionale tracolli a causa della pandemia: Anfia, Unrae e Federato, le tre Associazioni di categoria, alla vigilia della chiusura delle vendite di novembre che alcune premesse segnalano come mese particolarmente critico per le nuove immatricolazioni, hanno inviato al Governo un appello perché il settore non sia escluso dalla manovre di sostegno economico che il Parlamento voterà nel prossimo futuro.
Questo il testo integrale del comunicato:
“Il mercato è fermo. L’emergenza sanitaria e l’esaurimento degli incentivi destinati al mercato fanno crollare gli ordini delle auto e riportano il settore in profonda crisi.
Da tutto il Paese giungono segnali allarmanti sulla caduta degli acquisti che, a seconda della zona (gialla, arancione, rossa), si attestano su flessioni variabili, fra il 50 ed il 70%.
Le misure adottate in estate, infatti, hanno sostenuto il mercato, favorendo una ripresa dei consumi, ma non solo!
Come dimostrano i dati recentemente resi noti da Invitalia, il numero delle rottamazioni a partire dall’entrata in vigore di tali misure è cresciuto in maniera esponenziale, confermandone l’efficacia anche sotto il profilo ambientale.
È stato quindi possibile sostenere la ripresa economica del settore auto intervenendo contestualmente con forza sul ricambio del parco circolante a beneficio dell’ambiente.
Questi incentivi, seppur per un brevissimo arco temporale, hanno dimostrato fin da subito la loro efficacia ed è per questo che devono essere riattivati fino a che l’emergenza sanitaria è in atto.
Le condizioni del settore auto sono critiche e senza un forte sostegno per il 2021 è a rischio il 10% del PIL e una parte ingente degli 80 miliardi di gettito fiscale che l’automotive garantisce ogni anno all’Erario dei quali lo Stato ha disperato bisogno, senza contare, soprattutto, le migliaia di posti di lavoro che si perderanno e che si dovranno sostenere con ulteriore cassa integrazione.
Non inserire nel testo della prossima Legge di Bilancio fondi adeguati per il rifinanziamento degli incentivi configurerebbe una gravissima perdita sia in termini di strategia economica e di visione ambientale per il nostro Paese.
Auspichiamo che in queste ore, nell’ambito delle discussioni parlamentari legate alla legge ci sia spazio per un rinnovo consistente di quanto già approvato con decreto legge Agosto“.