“Possiamo dirlo con forza nel settantesimo della Costituzione: le donne sono artefici della Repubblica. E sono artefici del suo divenire”. Parte da qui il capo dello Stato Sergio Mattarella nel discorso alla cerimonia per la giornata internazionale della donna al Quirinale, addobbato per l’occasione con le mimose. “La nostra comunità nazionale, il nostro modello sociale, le nostre stesse istituzioni non sarebbero quello che sono senza il contributo creativo, fondativo, delle donne italiane”, aggiunge. Poi il monito contro le violenze alle donne e i femminicidi, “inaccettabili”, contro la discriminazione che frena lo sviluppo del Paese. “Ogni energia va profusa per prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell’odio e del risentimento”, ha detto Mattarella.
Alla celebrazione, dedicata al tema “Donne e Costituzione”, molte rappresentanti delle istituzioni. Tra gli ospiti anche il vicepresidente della Camera e candidato premier M5S Luigi Di Maio. “Persistono barriere da superare, squilibri da colmare, ma abbiamo sempre nuove prove di come le pari opportunità delle donne costituiscano uno degli antidoti più forti alle chiusure oligarchiche, all’immobilismo sociale, alle diseguaglianze economiche”, ha sostenuto il presidente della Repubblica. “L’idea stessa di popolo, e di nazione è cambiata. Attraverso la capacità delle donne nell’essere interpreti della ricostruzione e dello sviluppo democratico, il senso di comunità si è fatto più concreto, e il concetto di cittadinanza è divenuto finalmente unitario e universale”.
· “MOLESTIE E VIOLENZE INACCETTABILI”
Mattarella è netto nella condanna alla violenza contro le donne. “Le molestie, le violenze fisiche e morali che talvolta irrompono nei rapporti professionali e di lavoro o tra le mura domestiche, ferendo le coscienze, prevaricando libertà e speranze, costituiscono una realtà inaccettabile, e purtroppo tuttora presente”, le sue parole. “Una nuova e più attenta legislazione – ha ricordato – ha visto la luce negli ultimi due decenni”. Il riferimento è alla legge che, nel 1996, ha qualificato la violenza sessuale come reato contro la persona, alla legge del 2001 contro la violenza nelle relazioni familiari e a quella del 2009 che ha introdotto il reato di stalking. Dunque, ha proseguito il presidente della Repubblica “contro i femminicidi occorre puntare sull’educazione al rispetto. Accettare e apprezzare le differenze ci aiuta a scoprire il potenziale positivo della pluralità e dell’interdipendenza tra gli esseri umani. La violenza sulle donne va considerata anche nella sua specificità, perchè soltanto così può essere debellata”.
Mimose al Quirinale per l’8 marzo
Un passaggio è stato dedicato alla legge Merlin che “ha smantellato quel sistema pubblico di sfruttamento della prostituzione, che rendeva lo Stato garante di un’odiosa e insopportabile condizione di semi-schiavitù per migliaia di donne, povere e condannate a una marginalità perpetua”. Per Mattarella questo “fu un salto di civiltà”. Ma “la prostituzione non è cessata come fenomeno sociale – ha proseguito – e oggi ci mostra nuovi, inaccettabili, esempi di sopraffazione e di umiliazione della dignità delle donne; e siamo chiamati a contrastarli con determinazione”.
· “POCHE DONNE IN POLITICA: COLMARE LE LACUNE”
Se è vero che le donne sono diventate più consapevoli e presenti in ogni settore, dalla politica alla cultura, rimane ancora molta strada da fare. “L’Italia di oggi – nella stessa pubblica amministrazione, nei ruoli dirigenti – presenta un’immagine decisamente diversa da quella di pochi decenni or sono – ha detto Mattarella – Ma persistono lacune, svantaggiando le donne e svantaggiando il paese”. Secondo il capo dello Stato “le donne sono più presenti e responsabili nella politica, nella cultura, nell’impresa, nella scuola, in tutti gli altri luoghi di lavoro. Non ancora quanto dovrebbero e quanto sarebbe utile”. Mattarella ha sottolineato, al riguardo, “il divario del quasi 20% tra occupazione maschile e femminile”, indicandolo come “punto critico del sistema” da ridurre compiendo “ogni sforzo”. Rispetto alle discriminaizoni sul lavoro, Mattarella ha ricordato il fenomeno delle dimissioni in bianco: “Occorre vigilare con fermezza per assicurare il rispetto delle norme”.