• 5 Dicembre 2025 18:40

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

350 GT, la prima Lamborghini della storia

Dic 1, 2025

Una delle storie più affascinanti dell’automobilismo, che ha segnato l’inizio di una rivalità e la crescita dell’eccellenza italiana nel mondo delle quattro ruote. La nascita del marchio Lamborghini nasce nel dopoguerra, dall’intuizione di trasformare vecchi mezzi militari in trattori robusti, accessibili e pronti a durare per anni. Una visione di un meccanico con grandi ambizioni che l’ha trasformato in uno degli imprenditori più importanti della ripartenza economica italiana.

Eppure, sotto quell’immagine da industriale c’era un cuore che batteva più forte per i motori sportivi che per le macchine agricole. È da quel battito che, qualche anno dopo, sarebbe nata la Lamborghini 350 GT, la prima vera auto di Sant’Agata Bolognese e l’inizio di una dinastia destinata a cambiare la storia delle supercar.

La passione per le auto sportive

Ci troviamo alla fine degli anni 50 e, come spesso accade ai grandi appassionati, il successo economico di Ferruccio Lamborghini apre la porta alle sue voglie più autentiche. Così il suo garage si inizia a popolare di Mercedes, Maserati e, soprattutto, due Ferrari che rappresentano il sogno di qualunque automobilista del periodo (e non solo). Il Cavallino però non trova in Ferruccio un cliente qualsiasi. Bensì un uomo abituato a smontare, capire e migliorare ogni cosa. Ed ecco che quei due gioielli rossi, pur affascinandolo, iniziano presto a mostrare difetti che a lui proprio non vanno giù. In particolare quando l’uso diventa intensivo la frizione di entrambe non regge le sollecitazioni e varie volte Ferruccio si ritrova a dover portare le proprie vetture a Maranello per cambiare il pezzo. A quel punto, stufo della fragilità della frizione, decide di adattare una di quelle in dotazione ai suoi trattori, risolvendo cosi il problema.

Come raccontato da Tonino Lamborghini, tutto parte da una discussione con Enzo Ferrari, al quale Lamborghini fa notare il difetto alla frizione e la possibile soluzione, per poi venire liquidato bruscamente con una frase diventata parte del mito: “Non sai guidare le mie automobili. Al massimo guida i tuoi trattori.” A quel punto Ferruccio torna a casa e in preda al risentimento prende la decisione di iniziare a prodursi da solo le auto che voleva. Certo però che per un progetto del genere serve un investimento notevole anche per le casse di Lamborghini, e cosi decide di utilizzare la quota destinata alla pubblicità con la convinzione di poter scuotere il mondo mediatico talmente tanto da compensare l’assenza di cartelloni pubblicitari, e cosi sarà.

Tutto parte dal V12

Per costruire una grande automobile, Ferruccio sa che il punto di partenza non può che essere il motore. E per realizzare un motore che faccia davvero la differenza, in quel momento c’è un nome sopra tutti: Giotto Bizzarrini. Quando Lamborghini gli chiede un V12 capace di superare i 350 CV, l’ingegnere toscano pensa subito in grande. Sviluppa infatti un V12 in grado di sfiorare i 360 CV a 9.000 giri. Un prodigio tecnico sicuramente, ma non adatto a una Gran Turismo, l’auto che ha in mente Lamborghini.

Ufficio Stampa LamborghiniLamborghini 350 GT: storia della prima supercar del Toro

Così ci pensa Paolo Stanzani a renderlo più civile, presente ai bassi regimi, senza però spegnerne il carattere. Ecco pronto il cuore della futura 350 GT: un motore in grado di ruggire, ma anche accompagnare in un viaggio elegante. La sintesi perfetta della visione di Ferruccio.

La matita di Franco Scaglione

Una volta costruito il cuore, serve una carrozzeria scultorea che possa conquistare e stupire. Per questo compito il nome scelto è una delle matite più famose del panorama italiano: Franco Scaglione. Ha già firmato l’Alfa Romeo Giulietta Sprint e, poco dopo, disegnerà le forme della 33 Stradale. Con la 350 GT dà vita a un’auto dalle proporzioni bilanciate, sinuosa ma senza eccessi, con un’eleganza quasi inglese e una pulizia formale che segue i canoni stilistici del periodo. La linea lunga, il cofano imponente, i fari carenati: ogni dettaglio racconta l’idea di un’auto potente ma gentile, veloce ma non arrogante. Una Gran Turismo nel senso più autentico del termine.

Il debutto del prototipo

Il mondo vede per la prima volta la Lamborghini 350 GTV — il prototipo della futura GT — al Salone di Torino del 1963. Un’auto dal fascino elegante e aggressivo, ma non definitivo. Il prototipo infatti non è pronto, manca un tergicristallo, i sedili sono troppo rigidi e vicini al volante, ma soprattutto il V12 non entra sotto il cofano e viene esposto a parte. Una scelta sorprendente che mostra quanto sia acerbo il progetto.

Eppure basta. Basta il design e la promessa del V12, basta l’ambizione. La 350 GTV attira l’attenzione di tutti e diventa chiaro come Lamborghini sia entrato nel settore che appena qualche mese prima non gli apparteneva. Così Ferrari scopre di avere un nuovo rivale.

Ufficio Stampa LamborghiniLamborghini 350 GTV: il prototipo che ha creato il mito del Toro

Il primo modello di serie

Con lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese ultimato, Lamborghini passa all’azione. Quando nel 1964 presenta la Lamborghini 350 GT, il progetto ha ritrovato equilibrio e maturità. Tutti gli errori del prototipo sono stati corretti: il V12 entra finalmente al suo posto, la postura di guida è più accogliente, la vettura è costruita con un’attenzione artigianale degna del settore con cui compete.

La produzione d’altro canto è molto limitata, poco più di 130 esemplari, compresi alcuni iniziali modelli 2+1 con un sedile posteriore centrale poi abbandonato. Ma la 350 GT fa ciò che doveva fare: dimostrare che Lamborghini non è un intruso, ma un nuovo protagonista nel panorama delle auto sportive. La genesi di una stella, quella sotto la quale avrebbe preso forma una delle dinastie V12 più celebri della storia dell’automobile.

L’evoluzione 400 GT

Il passo successivo è naturale. La 350 GT piace, ma serve qualcosa in più. Nel 1966 arriva quindi la Lamborghini 400 GT, un’evoluzione più potente e più matura.

Come si intuisce dal nome, il motore cresce a 4 litri, raggiunge i 320 CV e utilizza un cambio con sincronizzatori Porsche. Esteticamente la linea rimane fedele all’originale, ma cambiano i fari — ora due coppie di proiettori rotondi — e vengono ritoccati paraurti e mascherina. Dentro, arriva la vera novità: l’allestimento 2+2, con due strapuntini posteriori che rendono la 400 GT più versatile e soprattutto più appetibile per chi cerca una Gran Turismo elegante ma pratica.

Icona per collezionisti

Col passare degli anni, la 350 GT e la 400 GT vedono crescere la propria aura. Prima vengono scelte da attori, musicisti e personaggi del jet set — celebre la 400 GT rossa di Paul McCartney. Poi, con il tempo, sono tornate sotto i riflettori delle aste internazionali e dei concorsi d’eleganza, nascondendosi nei garage dei collezionisti più facoltosi.

Oggi rappresentano non solo la nascita del marchio Lamborghini come costruttore di auto sportive, ma un esempio cristallino di ciò che erano gli anni Sessanta: un periodo in cui un imprenditore con un’idea poteva davvero sfidare i colossi e creare un’eredità eterna.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close