Da cosa si misura la tenuta di un’auto? Qualcuno risponderà dagli anni, qualcun altro dai chilometri percorsi: in questa seconda corrente di pensiero si inserisce il conducente tedesco di una Tesla Model S del 2014, capace di percorrere oltre 2,5 milioni di km nel corso degli anni. Uno “spot” a favore delle vetture elettriche, che ancora oggi tendono a dividere il pubblico, tra i ferventi sostenitori e gli immancabili critici, storicamente scettici sulla tenuta nelle lunghe distanze, timori sempre meno suffragati dai fatti, come dimostra l’impresa compiuta dal modello di Elon Musk in uno scenario reale.
La grande berlina non si arrende mai
Il mezzo in questione è, nello specifico, una Model S P85, una delle prime grandi berline del costruttore americano, lanciata quando l’idea stessa di un’EV attrezzare a macinare centinaia di km ogni giorno sembrava quasi un miraggio. All’epoca, il mercato guadava con un forte sospetto a questa tipologia di limitazione, mentre oggi, vecchi preconcetti a parte, lo scenario è radicalmente cambiato e storie del genere aiutano a spiegare perché.
Il conducente aveva già fatto notizia, tenendo i suoi “amici di tastiera” aggiornati sui progressi della vettura e progressivamente la sua fama era cresciuta sui social, fino a farlo diventare una star. Se pensiamo ai parametri tradizionali dei mezzi a combustione i numeri raggiunti solleverebbero poco clamore, ma il quadro cambia e diventa la prova di resistenza estrema nel caso di un sistema a zero emissioni nel mondo reale.
Percorrenze quotidiane fino a 3.000 km
Il sentiero di avvicinamento al traguardo non è stato lineare né indolore. Il veicolo è rimasto su strada per anni, spesso utilizzato in maniera intensiva, con percorrenze giornaliere fino a 3.000 km e pause regolari, ogni 100 km circa, prima della ripartenza. Più che uno sprint, una maratona, condotta tenendo monitorate le reazioni della vettura, così da intervenire in tempo utile in caso di eventuali disagi riscontrati.
A sua volta, il proprietario ha evidenziato l’importanza della ricarica, evitando il più possibile di scendere sotto il 20% della batteria e di mettere il sistema sotto stress con cicli estremi inutili, venendo alla fine ripagato alla prova sul campo, anche se nel corso della sua vita la Model S ha avuto dei momenti di chiaroscuro, culminati nella sostituzione di 13 motori elettrici e quattro pacchi batteria. La longevità non è stata, insomma, gratuita né priva di interventi importanti, ma piuttosto è stato reso possibile pure da una frequente opera di manutenzione e da servizi supplementari, tra cui l’accesso a vita alla ricarica Supercharger gratuita, un privilegio riservato ai primi acquirenti Tesla e ormai scomparso.
La testimonianza in rete dice qualcosa di molto interessante sul potenziale e sui limiti delle elettriche. Da un lato, una scocca, un telaio e un’architettura sanno reggere un utilizzo massiccio per oltre un decennio, dall’altro l’usura può porre a repentaglio la longevità di alcuni componenti chiave fino alla loro inevitabile sostituzione, anche se le modalità differiscono rispetto a un motore termico tradizionale. Come in tutte le cose, una serie di pro e contro accompagna l’acquisto: meglio tenerlo a mente.