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In Puglia si spara ancora: ucciso sotto casa un ergastolano in permesso per motivi di salute

Apr 14, 2019

BARLETTA – La risposta che prima o poi doveva arrivare, secondo gli investigatori. Era già passato troppo tempo dall’ultimo omicidio in città. I killer hanno atteso che il loro obiettivo stesse a casa, in permesso per motivi di salute dopo la condanna all’ergastolo, lo hanno freddato con tre colpèi di fucile mentre a bordo della sua auto appena fuori dal cancello dell’abitazione.

Un altro delitto in Puglia il giorno dopo l’omicidio del carabiniere a Cagnano Varano, a meno di 150 chilometri di distanza. Alla periferia di Trinitapoli, in via Transumanza, è morto Cosimo Damiano Carbone, 63 anni, a capo dell’omonimo clan che controlla le attività illecite ed è opposto al gruppo De Rosa Miccoli, del quale faceva appunto parte Pietro De Rosa, ucciso il 20 gennaio scorso.

Carbone era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Savino Saracino, compiuto a Trinitapoli il 30 settembre 2004, e il tentativo di omicidio di Michele Miccoli. Anche il fratello più grande di Carbone, Antonio, di settant’anni, fu ucciso il 27 maggio del 2014 con tre colpi di fucile calibro 12 nel centro di Trinitapoli mentre era a bordo della sua auto. L’inchiesta della Procura di Foggia potrebbe presto passare ai magistrati della Direzione distrettuale di Bari che stanno indagando sugli ultimi episodi della guerra fra clan in città.

Negli ultimi 16 anni, dal 2003 a oggi, sono state nove le sparatorie tra affiliati ai due gruppi criminali costate la vita a quattro persone e il ferimento di altre nove: sei casi sono ancora irrisolti. Nella faida si inseriscono anche il tentato omicidio di Michele Miccoli del 4 febbraio del 2008; il duplice tentato omicidio di Michele e Raffaele Miccoli del 22 febbraio del 2008; il duplice tentato omicidio di Michele Miccoli e del genero Luca Sarcina del 25 febbraio del 2008 e l’omicidio di Severino Benedetti Severino del 12 gennaio del 2015.

Lo scorso febbraio i carabinieri arrestarono Francesco Casalino, 51 anni, contiguo al clan Carbone-Gallone, gravemente indiziato di essere stato uno degli autori materiali del duplice tentato omicidio, avvenuto a Trinitapoli il 10 maggio 2014, di Michele Buonarota e Michele Straniere, ritenuti affiliati al clan De Rosa-Miccoli.

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