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Il medico scomparso a Corleone: ricerche senza sosta nelle gole di Ficuzza

Nov 7, 2018

Un’altra lunga notte di ricerche è trascorsa e ancora nessuna traccia del pediatra Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano scomparso sabato sera nel nubifragio che si è abbattuto in tutta la provincia di Palermo. Gli speleologi del soccorso alpino, i vigili del fuoco del Saf si sono calati nelle gole nella zona di Molino Drago a Ficuzza.

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Nei giorni scorsi sono stati trovati un giubbotto e un paio di jeans che molto probabilmente appartenevano al medico. Questa mattina e questo pomeriggio si alzeranno in volo anche gli elicotteri dei carabinieri. Si sta mettendo il massimo sforzo per ritrovare Liotta. Circa un centinaio di uomini si alternano per setacciare palmo a palmo le campagne di Corleone. L’auto del medico, una Tiguan bianca, è stata trovata vicino a una stradella che partiva dalla statale 118, in contrada Raviotta. E da lì è partita l’ultima telefonata alla moglie, intorno alle 19.30. In quella sua ultima conversazione ha detto di essere confuso e ha chiesto alla consorte di geolocalizzare la sua posizione col cellulare. Da quel momento in poi di lui si sono perse le tracce.

Il medico scomparso a Corleone: ricerche senza sosta nelle gole di Ficuzza

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Sono due le squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino specializzate negli interventi in forra in azione da stamattina nelle Gole Molino Drago. I tecnici della stazione Palermo-Madonie, impegnati da domenica nelle zone tra Ficuzza e Corleone, sono stati affiancati prima dai colleghi delle stazioni dell’Etna e oggi dalla squadra forre regionale che ha la sede operativa ad Acireale. La task force, composta da esperti speleologi e rocciatori che hanno seguito un lungo iter addestrativo, opera con attivazione immediata in tutto il territorio regionale ed è specializzata non solo nel soccorso sanitario in forre ma anche in tutte quelle attività di ricerca e soccorso che richiedano competenze specifiche legate alla presenza di acqua.

Otto specialisti del Cnsas, attrezzati con speciali mute e imbracature, si sono calati nelle gole del torrente Frattina divisi in due squadre (una a monte, partendo dal ponte della ferrovia, l’altra a valle alla confluenza con il fiume Belice) ispezionando palmo a palmo cascate, strettoie e marmitte alla ricerca di tracce utilizzando anche speciali sonde simili a quelle usate in caso di valanghe. A supportarli dagli argini del torrente ci sono altri 9 tecnici.

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