ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùle misure allo studio
Le diverse ipotesi sul tavolo del Comitato tecnico scientifico che consiglia il Governo. Sono tutte all’insegna della gradualità
di Marzio Bartoloni
31 marzo 2020
3′ di lettura
Tutto chiuso fino a Pasqua, senza deroghe. La serrata – dalle scuole alle imprese non strategiche – durerà almeno fino a metà aprile. E’ questo ormai un dato assodato. Poi in base all’andamento dei contagi da coronavirus, se si dovesse confermare stabilmente il trend positivo di questi giorni, si valuteranno le possibili riaperture all’insegna di una parola d’ordine: gradualità.
Da due o tre giorni ne sta discutendo animatamente la politica (con l’uscita per primo di Matteo Renzi e a ruota i ministri Speranza, Boccia e altri) e scienziati
Ma come si procederà? Ci sono nuove indicazioni? Si dovrebbe partire dalle attività produttive. Di questo ha discusso il Comitato tecnico scientifico (Cts) che consiglia il Governo e diverse ipotesi sono sul tavolo: dal rientro cadenzato in base all’età alla valutazione, quasi caso per caso, delle filiere produttive e dei posti di lavoro dove si potrà rispettare il distanziamento sociale.
Parola d’ordine: gradualità
Che sulle riaperture, così come è stato per le restrizioni, si ragionerà «in termini di proporzionalità» è stato lo stesso premier Giuseppe Conte a dirlo. Per il premier la serrata delle attività produttive non può durare troppo a lungo: «È una misura durissima dal punto di vista economico. È l’ultima misura che abbiamo preso e non può prolungarsi troppo». Dunque appena i contagi caleranno, magari già dopo metà aprile, si valuterà una riaperture delle imprese. Discorso diverso invece a esempio per le scuole e le università – luoghi di eccellenza per la trasmissione e diffusione del contagio – dove la chiusura sicuramente durerà di più, anche perché – come ha spiegato lo stesso Conte – «per queste si possono introdurre modifiche affinché gli studenti non perdano l’anno o l’esame».
Il rispetto del distanziamento sociale
La riapertura di aziende, attività produttive, negozi, bar ristoranti e commercio in genere andrà naturalmente pianificata e non potrà avvenire da un giorno all’altro. Non si potrà cioè tornare istantaneamente alla vita normale. «Bisognerà immaginare la riapertura del Paese con gradualità, valutando le singole tipologie di attività e facendo in modo che le aziende possano organizzarsi anche da un punto di vista di precauzioni sanitarie e di procedure di distanziamento», spiega tra gli altri il virologo Fabrizio Pregliasco.