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Sì alle seconde case anche fuori regione, Conte spiazza tutti

Gen 17, 2021

Buongiorno, mi scusi, ma domenica posso andare con la famiglia nella seconda casa? È in un’altra regione, però… «No, mi dispiace.Il nuovo Dpcm non consente di raggiungere le seconde case fuori regione, se non per emergenza», rispondono sicuri gli operatori del 1500, il telefono di pubblica utilità del ministero della Salute. Stessa risposta dal Viminale: «No, sia il decreto legge 13 gennaio che il Dpcm di venerdì vietano gli spostamenti fuori regione se non per motivi di lavoro, salute o necessità o per far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione e le seconde case non sono mai state assimilate all’abitazione».

Nell’Italia che si appresta a un altro lungo periodo di restrizioni, con bar e ristoranti chiusi in due terzi del Paese, negozi serrati nel pieno dei saldi nella Lombardia e Sicilia rosse insieme alla provincia di Bolzano, e famiglie divise costrette a rimanere ancora lontane dopo il blocco di Natale, genitori anziani rassegnati a rimandare a chissà quando l’appuntamento con la visita dei figli che lavorano in un’altra regione, si scopre che (forse) andare nelle seconde case, anche se in un’altra regione (gialla o arancione e persino rossa) si può, in deroga al blocco degli spostamenti che il governo ha prorogato fino al 15 febbraio. Nel Dpcm e nel decreto non c’è scritto, al ministero della Salute, al Viminale, agli Affari regionali non sono stati informati ma, stando a «fonti di Palazzo Chigi» è in arrivo una deroga ad hoc, lo zuccherino con il quale il premier Conte (da sempre più preoccupato di non limitare troppo le libertà personali) ha pensato di indorare la pillola delle nuove restrizioni in vigore fino al 5 marzo.

Dunque seconde case sì e ovunque si trovino, anche non di proprietà ma prese in affitto (non di breve periodo) a condizione che si vada esclusivamente con il proprio nucleo familiare e non con amici. Perché — è l’interpretazione di Palazzo Chigi — le seconde case sono comunque un’abitazione di pertinenza, allo stesso modo di quelle in cui ci si ritrova abitualmente ed è dunque sempre consentito ricongiungersi con il partner convivente che lavora in un’altra regione.


Confusione su confusione, sabato una regola, domenica un’altra, lunedì chissà. Un’apertura quella di Conte che spiazza tutti e che non deve essere stata oggetto di discussione all’interno del governo se il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia afferma sorpreso: «Non c’è nessun tema seconde case». E se i tecnici, chiamati a rendere esecutivo il Dpcm e a tradurre in pratica le disposizioni, vengono colti in contropiede. Tanto che l’attesa e consueta circolare del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi ai prefetti per gli indirizzi alle forze dell’ordine slitta. In attesa che Palazzo Chigi ufficializzi le indiscrezioni delle sue «fonti» aggiornando sul sito del governo le faq (risposte alle domande frequenti). Che fino a sera continuavano a riportare questa (ben diversa) interpretazione del concetto di abitazione: «Ai fini dell’applicazione del Dpcm l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità ( quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze) tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze».

Insomma una deroga di cui nessuno sa, non ancora formalizzata (ammesso che le faq siano uno strumento legittimato a modificare la lettera di un decreto) e che promette di creare contestazioni e polemiche nella prima domenica di nuove restrizioni. Con il paradosso che, ad esempio nella Sicilia in rosso, i cittadini cui il governatore Musumeci ha vietato persino la possibilità di andare a trovare un familiare nello stesso comune, potrebbero ora prendere un’auto, un treno, un aereo e andare in una seconda casa in montagna in Trentino o in campagna in Toscana.

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