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Perché Saturno ha gli anelli? La NASA risponde a un bambino

Ott 5, 2016

La NASA ha risposto a una domanda di un bambino di 4 anni: “perché Saturno è l’unico pianeta con gli anelli?”. Non è la prima volta che l’agenzia spaziale statunitense risponde a semplici domande rivolte dai bambini; questa volta il quesito che sta facendo il giro della Rete arriva da un bimbo londinese di 4 anni, e ha colpito non tanto per la domanda in sé o per la risposta, quanto per il modo in cui è scaturito il quesito e per il commento della NASA che ne è seguito: “è così che i bambini diventano scienziati“.

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Gli anelli di Saturno fotografati dalla sonda Cassini. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Il piccolo curioso è Josh Conway, e ogni sera prima di addormentarsi ha l’abitudine di porre tre domande su qualsiasi cosa al padre Gavin, che s’impegna a dargli una risposta, o a cercarla. Da grande Josh vorrebbe fare l’astronauta, ecco perché molte delle sue domande sono legate allo Spazio. Non trovando una risposta soddisfacente all’ultima domanda, Gavin ha scritto una mail al Jet Propulsion Laboratory della NASA e sono bastati meno di 10 minuti per avere una risposta da Preston P. Dyches, astronomo specializzato in scienza planetaria.

Ha spiegato che tutti e quattro i pianeti esterni più grandi del Sistema Solare (Saturno, Giove, Urano e Nettuno) hanno gli anelli, ma quelli di Saturno sono più imponenti e visibili di quelli dei suoi vicini. Dyches ha ammesso che non siamo sicuri di come si siano formati gli anelli, ma che ci sono delle ipotesi, fra cui quella che potrebbero essere la conseguenza dello sgretolamento di una delle lune ghiacciate del pianeta ad opera delle forze gravitazionali.

Dyches ha concluso che “ci sono molti misteri nello Spazio che saranno ancora in attesa di una soluzione quando Josh sarà grande“, e che la sua è “una domanda importante. È proprio il tipo di domanda che si pone uno scienziato“.

Il Financial Times ha scelto di raccontare questa storia per far capire ai genitori come stimolare i propri figli, e concordiamo con questa scelta perché – come abbiamo sottolineato più volte – i bambini sono curiosi per natura, ma smettono di esserlo se non ricevono risposte alle loro domande. Gavin è un passo più avanti ancora dei genitori diligenti che si dannano a cercare risposte quando non riescono a scansare le domande: incentiva il bambino a farne, che è doppiamente lodevole.

Da notare anche l’efficienza della NASA nella risposta, il fatto che a scriverla è stato uno scienziato, e che l’ha fatto in modo da avvicinare ancora di più il piccolo alla Scienza. Forse Josh non diventerà un astronauta da grande, ma al momento non lo sappiamo, e la NASA non intende precludere questa possibilità a nessuno. Come ha ricordato tempo fa Lauren Worley (l’addetta stampa NASA) a proposito dell’impegno dell’agenzia nel dare risposte ai bambini, “la Nasa si impegna molto nel mandare esseri umani nello Spazio […] Forse uno di questi bambini potrebbe essere tra i primi astronauti a mettere piede su un altro pianeta”.

Qualsiasi cosa Josh vorrà fare da grande, dopo questa esperienza sarà ancora più incentivato a porre domande e ad accrescere il suo bagaglio culturale e scientifico. Complimenti a Gavin e alla NASA, speriamo che molti ne seguano l’esempio.

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