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WRC19 Turchia. 2a Tappa. Tanak out. Ogier (Citroen) riapre la porta del Campionato

Set 14, 2019
WRC19 Turchia. 2a Tappa. Tanak out. Ogier (Citroen) riapre la porta del Campionato

Marmaris, Turchia, 14 Settembre 2019. È uno di quei colpi di scena che lasciano ammutoliti, dispiaciuti e increduli. Un’interferenza, come ai tempi del pionierismo Radio e TV, che interrompe il programma preferito lasciando un buco nella trama difficile, a volte impossibile, da ricostruire.

Tanak e Toyota avevano preso bene le misure del Rally, l’esperienza ‘vantaggiosa’ della scorsa edizione era diventata il manuale dei tre Equipaggi. Nessuno poteva immaginare che il regalo dello scorso anno fosse solo un ‘prestito’ e che il destino si sarebbe presentato a esigere il saldo, proprio alla scadenza dell’anno e rifiutando qualsiasi forma di indulgenza verso l’Equipaggio lanciato verso il suo primo Titolo Mondiale.

Tanak e Jarveoja sono al settimo posto al termine della 8a Speciale. Hanno guadagnato una posizione perché Neuville e Gilsoul ne hanno perse 6 cappottando la 120 Coupé in un rampino invisibile nella polvere. Lamentano, giustamente, l’intervallo della partenze ridotto a tre minuti, per fortuna andavano pianissimo e, al costo di quasi cinque minuti di ritardo, sono tornati in Gara.

La lunga, feroce Ysilbelde, 33 chilometri Made in Turkey, ha esatto il suo pedaggio ma è alle spalle, e l’Equipaggio della Yaris WRC si avvia verso la Datca, la Speciale-Cartolina di appena 8 chilometri.

Poco prima del via la Yaris si spegne e non riparte più. Ott e Martin cercano in tutti i modi di riavviare, chiamano gli ingegneri al parco Assistenza, toccano pulsanti e seguono fili a vista e al tatto, alla ricerca di un’interruzione.

La Macchina torna all’Assistenza. C’era un’interruzione, in effetti, purtroppo una di quelle invisibili alla centralina ECU. Fine del cinema, inizia un altro thriller. Salvo un uragano o colpo di stato in Turchia nel giro di poche ore, i 33 punti di vantaggio su Neuville e i 40 che Tanak aveva su Ogier sono destinati a essere pesantemente limati.

Tanak ripartirà dalla Turchia ancora leader del Mondiale, ma di fatto il Campionato, che si poteva intendere segnato dalla manifesta superiorità dell’Equipaggio Toyota, ricomincia in Galles il primo week end di Ottobre.

L’indice accusatore viene inevitabilmente puntato sull’affidabilità. Non ci fosse lo ‘storico’ del guasto all’Italia Sardegna e la frustrazione dell’ultima Argentiera quando Tanak era largamente in testa, il guaio turco potrebbe andare indifferentemente negli archivi della sfortuna o dei piccoli errori come un episodio, e invece il drammatico ‘bis’ apre uno scenario come minimo inopportuno.

Per vincere un Mondiale tutto deve funzionare alla perfezione. Un errore di guida, tecnico, di un fornitore o esterno compromette il lavoro di tutti. Il Team può lamentare un errore del Pilota, Tanak in questo caso lamenta una recrudescenza tecnica che rallenta la sua corsa verso il Titolo.

Ci vorranno, ora, tre settimane per poter dire che l’errore e la sfortuna sono alle spalle, e tre Rally mondiali per spostare il Turchia nell’archivio degli episodi ininfluenti. Nel frattempo saliranno pressione e nervosismo, potrebbe insinuarsi l’insicurezza, e di sicuro arriveranno il gatto e la volpe a proporre al fuoriclasse estone una macchina garantita più affidabile per l’anno prossimo.

Io mantengo la calma e ritengo che ai fini del risultato finale cambi poco, anche al ritmo di un Rally NO ogni due. Mi limito ad ammettere che la riapertura del Mondiale rende questa Stagione del WRC ancora più avvincente.

C’è un insegnamento, nella ‘parabola’ di Tanak in Turchia. In ogni attività spinta al massimo livello coesistono una grande forza e una estrema fragilità. Tanti piccoli aspetti curati con zelo mettono insieme una fortezza di primato che un piccolo Cavallo di Troia di difetto può spazzare via in un attimo. Il ‘Cavallino di Troia’ ha sempre il vantaggio della sorpresa, dell’imprevedibilità, e come un virus isolato e invisibile può pur eludere la barriera del massimo impegno applicato in difesa di insieme incredibilmente complesso.

Tornando a Marmaris, un fatto, tuttavia, è innegabile. I passi falsi delle Toyota hanno concesso varchi e tempo al ritorno degli Altri, e l’ultimo sembra coincidere, in particolare, con il riallineamento delle forze Citroen. Gara perfetta, al momento superlativa. Pierre Budar ha scatenato e mandato avanti Lappi, in ricognizione sulla prima Tappa del Rally, Venerdì, e quindi incaricato il finlandese di tirare la volata al Capitano, nel frattempo partito alla carica sin dalla prima ora del Sabato.

I guai di Neuville, vistosamente in ritardo per la “svista” di cui sopra, e il dramma di Tanak, sono “aspetti” delle corse che fanno bene al morale, ma non sono sufficienti a distogliere un Fuoriclasse come Ogier dal tenere al centro del mirino l’obiettivo. Il bilancio della Gara di Ogier è ottimo, quello di Squadra straordinario. Ogier ha fatto tutto nelle due interminabili Yesilbelde, quasi i due terzi dell’intero chilometraggio della Tappa.

Vincendo entrambe Ogier si è prima avvicinato al compagno di Squadra e battistrada, e poi è passato in testa al Rally. Gioco facile dal punto di vista tattico, il Lappi turco è l’alleato perfetto per un Rally memorabile e importantissimo per il bilancio stagionale, e delicato per le scelte tecniche, consistenti fondamentalmente nel riempirsi il bagagliaio di scorte, in modo da arrivare sulle tele ma ancora in condizioni di buona efficienza e sicurezza.

Lappi super, non c’è che dire. Del ‘gregario insufficiente’ resta solo memoria improbabile e lontana. Vincitore di due Speciali, le ‘medie’ Kizlan, tre volte secondo e sempre in copertura perfetta delle spalle del ‘capo’. Un solo peccato veniale, un ‘drittino’ nel finale, neanche farlo apposta quello che consente lo swap con Ogier. L’uno-due Citroen, che segue e rafforza il ‘lancio’ della prima Tappa del Rally è l’equivalente di un gradito ritorno di… fiamma. Primo piano sul palcoscenico della categoria.

In medio stat virtus. In mezzo stanno le Hyundai. Sicuramente al di sopra della media Andreas Mikkelsen. Non se ne poteva più degli alti e dei bassi del norvegese. Ora si torna agli alti, sembra, e proprio in un momento cruciale. Vuol dire che la i20 è più facile da guidare? Che l’ha capita? Soprattutto, di sicuro, che è più competitiva.

Mikkelsen è terzo e Sordo quinto. La Squadra gira e ora si tratta di formalizzare un protocollo più efficiente. Fantarally. Che fare, puntare solidamente al mondiale Costruttori e “abbandonare” Neuville al suo destino, o continuare a difendere e sostenere il Pilota di punta?

In questo caso il belga, che langue in un’apparentemente irrimediabile ottavo posto da miseri 4 punti (più gli eventuali Power Stage) dovrebbe contare sul sacrificio colossale dei compagni di Squadra per raddoppiare appena. In questo modo, tuttavia, si farebbe un grande favore a Toyota valorizzando il piccolo duello tra Latvala e Meeke che, individualmente, se la giocano per l’onore del… sesto posto.

Torniamo verso Marmaris. Meglio pensare al discreto e poco spettacolare, ma estremamente redditizio, Teemo Suninen, quarto con l’unica Ford M-Sport ‘utile’.

Siamo al gong dell’ultima ripresa. 38 chilometri in quattro Specialine, la Marmaris di poco più di 7 prima e ultima, ovvero anche Power Stage. Che giornata di WRC. Davvero Plus!

Foto: Manrico Martella

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