• 26 Aprile 2024 1:35

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Varvelli (Ispi): l’Italia invia più militari in Niger ma la Libia rimane la priorità

Gen 15, 2018

470 militari italiani in Niger, 400 in Libia. Messo cos, il confronto tra due delle missioni che il Governo sosterr nel 2018 pende, almeno sotto il profilo dell’entit delle forze in campo, dalla parte del paese del Sahel. Intervenuto nel pomeriggio in audizione davanti alle commissioni riunite Difesa ed Esteri di Senato e Camera, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha spiegato che il Sahel una regione di preminente valore strategico per l’Italia.

Varvelli (Ispi): la priorit sempre la stabilizzazione della Libia

La domanda a questo punto viene naturale: per l’Italia il Niger pi importante della Libia? Secondo il ricercatore dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) Arturo Varvelli la risposta negativa. La stabilizzazione della Libia ancora la priorit della politica estera italiana. Allora perch, a conti fatti, dispieghiamo pi soldati in Niger? Il Sahel conta – spiega – ma ha un ruolo in quanto canale di passaggio dei migranti diretti in Libia. L’impiego dei militari in Niger punta a rendere pi gestibile la situazione nel paese del Nord Africa.

Intervenire in Niger per contenere i migranti diretti in Libia

Insomma, Niger e Libia sono le due facce della stessa medaglia. Allo stato attuale – ricorda il ricercatore – non possibile collocare truppe nel Sud della Libia, quella che confina con il Niger. un’area profondamente insicura, che versa in una situazione di anarchia, ed preda di diverse fazioni. Insomma, l’impiego di militari italiani in Niger un escamotage, un modo indiretto per garantire un controllo sul traffico di esseri umani nel Sud della Libia, evitando di mettere gli scarponi in quel territorio che, avverte Varvelli, sicuramente pi insicuro e pericoloso del Niger. Se infatti a Niamey, capitale del Niger, c’ un governo che, per quanto debole, pu fare da interlocutore, in quell’area della Libia lo stesso punto di riferimento, ad oggi, manca.

Tra italiani e francesi cooperazione: a Parigi la leadership dell’operazione

Non c’ il rischio che la rega delle operazioni militari cada troppo nelle mani dei francesi? No, non credo – risponde Varvelli -. vero, scontato che non sar l’Italia ad avere la leadership dell’operazione che prender corpo nel Sahel. Ma se, come vedo, tra Macron e Gentiloni c’ un intento politico forte di collaborare per un interesse comune, ovvero il contenimento dei flussi migratori, i vantaggi alla fine saranno per entrambi.

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