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Usa-Cina, lo scontro si sposta su Hong Kong: Borse in calo

Ott 16, 2019

MILANO – Ore 9:45. Dopo la schiarita sul fronte commerciale, con gli osservatori che scommettono su un cessate il fuoco definitivo a Novembre, Usa e Cina tornano a battagliare su un diverso campo. Si tratta delle proteste di Hong Kong, divenute oggetto di rottura diplomatica dopo che la Camera americana ha approvato una serie di provvedimenti a tutela dei diritti umani e civili per i manifestanti, scatenando la “forte indignazione” della Cina che ha chiesto la “sospensione di ogni ingerenza” negli affari interni. Sono tre le leggi in favore di Hong Kong, tra le quali – ad esempio – si chiede che Washington certifichi ogni anno l’autonomia effettiva della Regione speciale perché le sia garantito il trattamento speciale che le permette di essere uno dei maggiori centri finanziari al mondo.

La promessa cinese di “contromisure” nel caso in cui il pacchetto pro-democrazia – che ha supporto bipartisan, anche se deve passare ancora dal Senato e arrivare alla firma di Trumo – preoccupa gli investitori.

Le Borse asiatiche hanno trattato in positivo, seguendo l’andamento di ieri sera di Wall Street, mentre i listini europei prendono la via dell’incertezza: Milano scivola dello 0,3%, Londra è poco sotto la parità mentre Francoforte sale dello 0,1% e Parigi lima lo 0,1%. Questa mattina Tokyo ha chiuso con un progresso dell’1,2%, poco mossi invece i listini cinesi. La Borsa di New York ha chiuso ieri sera in rialzo, sostenuta da numerosi risultati trimestrali positivi, a cominciare da quelli della banca JPMorgan Chase. Il Dow Jones è salito dello 0,88% a 27.022,56 punti e il Nasdaq è salito dell’1,24% a 8184,43 punti.

Ricca l’agenda macroeconomica di giornata, catalizzata ancora in Italia dal lavoro sulla Manovra per il 2020 che ha vissuto un primo passaggio al Consiglio dei ministri. La giornata si apre con le immatricolazioni auto nell’Ue – in recupero a settembre – e prosegue con i prezzi al consumo in Italia, Gran Bretagna ed Eurozona. Dall’Istat sono attesi anche i dati su fatturato e ordinativi industriali. Dagli Usa arrivano le vendite al dettaglio, le scorte delle imprese, gli acquisti netti di attività finanziarie e l’indice del mercato immobiliare Nahb. La Fed pubblica il Beige Book su cui si baserà poi il comitato di politica monetaria per prendere le sue decisioni alla riunione del 30 ottobre. Occhi puntati su Bruxelles dove il negoziatore Barnier e il presidente del consiglio Ue Tusk riferiscono sugli sviluppi del negoziato su Brexit.

Apertura in calo per lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il differenziale sulla piattaforma Bloomberg si attesta a 135 punti, contro i 136 punti della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale resta allo 0,93%. Euro in lieve rialzo a 1,1054 dollari rispetto al livello di 1,1033 di ieri sera dopo la chiusura di Wall street. Sullo yen l’euro sale a 120,20. La sterlina è in calo sull’euro rispetto ai massimi di ieri a quota 0,8647.

Tra le materie prime, il prezzo del petrolio apre in rialzo, sulla scia di un possibile accordo sulla Brexit tra Londra e Bruxelles e per le voci che l’Opec e i suoi alleati sarebbero disponibili a un taglio della produzione. Sul mercato asiatico i future sul Light crude Wti salgono di 16 cent a 52,97 dollari e quelli sul Brent di 20 cent a 58,94 dollari al barile. Oro in calo sui mercati asiatici dopo le buone performance dei mercati americani di ieri. Sui mercati asiatici il lingotto con consegna immediata cede così lo 0,3% a 1.480 dollari l’oncia.

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