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Una mano e anche quattro ruote: il metano accompagna, nella transizione verso l’elettrico

Nov 27, 2018

A Milano si sono ritrovati volti noti dell’imprenditoria e delle istituzioni, con la presenza sia del presidente di regione, Fontana, sia di quello del Consiglio nazionale, Conte. Si parla di temi importanti per l’economia del Paese, di energia e futuro, con Snam. Dalla Spagna è giunto qui anche un volto noto al mondo auto, un altro presidente: Luca De Meo, di Seat.

La motivazione logica è che Seat rappresenta il lato auto interessato alle energie fornite da Snam, leader europeo nelle infrastrutture gas: essenzialmente il metano, che alimenta i motori TGI. Seat è infatti il costruttore che vanta oggi la gamma metano più ampia, sul mercato auto italiano, che è anche quello di maggior diffusione per questo tipo di carburante a livello europeo. Il passo, o meglio l’auspicio dopo l’accordo bilaterale tra Seat e Snam, è di vedere ora anche una spinta istituzionale sul metano come soluzione alternativa per l’auto del futuro a breve, soprattutto al diesel, ma non solo.

Lo spazio sulla carta e in pratica esiste, in questo periodo di transizione verso una nuova mobilità elettrica, autonoma e condivisa, che è quasi “obbligatoria” nelle capitali ma nella sostanza potrebbe arrivare solo a lungo termine. Seat nello specifico, ma in prospettiva il gruppo Vag stesso, cura e produce motori a metano che sono più convenienti in termini di spesa per l’utente, più ecologici rispetto al gasolio e in parte anche al benzina (se si pensa CO2, NOx, Polveri sottili). Con un solo piccolo dettaglio: il rifornimento non è così semplice e diffuso capillarmente, da noi, ancor meno nel resto d’Europa, salvo casi rari.

Strategia comune

L’accordo siglato pubblicamente tra Seat e Snam per promuovere l’utilizzo del gas naturale (CNG) e del gas rinnovabile (biometano) per la mobilità sostenibile, porta risorse utili a entrambe le parti. Snam ringrazia della fiducia utile a promuovere la sua nuova rete gas, ipertecnologica e regolata grazie a satelliti e web, che viene utile anche per le auto “green” e per supportarle in altri Paesi, dove servono distributori. Viceversa Seat prende ruolo di porta bandiera internazionale per una motorizzazione che tutti conoscono, ma su cui pochi contano seriamente, almeno sinora.

Seconda giovinezza

Se in Italia alcuni affezionati al metano ci sono e non solo per la nota promo degli anni Ottanta e Novanta (“Il metano, ti da una mano”) ma per reale convenienza, nel resto del mondo inerzie di immagine e pregiudizio (come sulla pericolosità) permangono. Da noi ci sono circa 1300 punti rifornimento, che basterebbero per l’attuale mole di auto a metano (un milione) se gestite con regole utilizzo più flessibili.

Seat e Snam chiedono incentivi, ripercorrendo una via già percorsa in Spagna: in madre patria di Seat la piccola rivoluzione è in atto e non costa nemmeno così tanto, spiega De Meo “Con accordi simili a questo, in Spagna stanno portando da poche decine a un centinaio i punti di rifornimento metano. L’investimento di circa 100 milioni, porterebbe in breve ad avere una rete sufficiente per dare una vera alternativa conveniente agli automobilisti (300 stazioni, ndr)”. De Meo lo ha sempre appoggiato il metano, come carburante per le auto, anche prima di essere a capo di Seat. Ora però l’occasione della rincorsa ecologica, con i limiti che obbligano in breve ad avere l’elettrico in gamma, lascia una bella fetta di spazio utile prima della vera rivoluzione. Riuscirà il metano ad apparire più cool, meno complicato da gestire? Quelli di VW lo tengono pronto e per ora si sposa alla carica tutta spagnola che vede ultima nata Seat Arona TGI: il primo crossover a metano, persino in allestimento FR.

“L’accordo con Snam – sottolinea il presidente Seat– pone le basi per una maggiore diffusione del CNG: l’Italia è leader in Europa, concentra il 55% delle vendite di auto a metano. Un veicolo su cinque venduti da Seat in Italia è a CNG. Vogliamo esportare in altri paesi questo caso di successo (Germania, Spagna e Austria, magari Francia, ndr)”. A margine dell’incontro, De Meo non scorda di sottolineare che se fosse venuto in auto, a metano, da Barcellona a Milano, avrebbe speso solo 45 euro di carburante “meno che di autostrada”.

“Questa partnership –commenta l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà –favorisce un ulteriore sviluppo della mobilità sostenibile a gas naturale e biometano, perché unisce due leader europei. Siamo convinti che il gas naturale, ancora di più grazie alla rapida diffusione del gas rinnovabile, sia la soluzione più immediata per migliorare la qualità dell’aria, abbinando sostenibilità ambientale a prestazioni ed economicità. La mobilità sostenibile è uno dei punti principali del nostro piano di investimenti da 200 milioni”.

Auto a CNG ma anche Commerciali

Mii, Ibiza, Leon e Arona sono i modelli Seat disponibili a metano, per il 2019, ma De Meo ricorda come i mezzi commerciali meriterebbero uno step di avvicinamento al metano. “Farli elettrici ora non ha senso, finché i volumi e il peso delle batterie, per dare autonomia seria, superano quelli del carico”. Se ci fossero incentivi per le aziende a usare il metano nei mezzi commerciali, la logistica farebbe grandi passi in termini di ecologia e convenienza. “La gente pensa al futuro dove ricaricherà auto elettriche in garage, ma da subito le aziende potrebbero farsi il pieno dei mezzi da lavoro, a metano”.

Non è facile rendere appetibile un’alimentazione vista come una semplice alternativa di nicchia da troppi anni, eppure Seat ci crede “La rivoluzione sarebbe con il bio-gas, anche metano e la gestione dei bio-crediti, ecologici ma utili economicamente per lo sviluppo della rete e delle aziende che usino mezzi a metano” .

Snam da lato suo ha inaugurato a Pesaro la prima stazione L-CNG e ha circa 50 impianti di rifornimento gas naturale e biometano in realizzazione, su piano di sviluppo pluriennale che ne prevede 300. I numeri effettivi non danno torto al patto Seat Snam, pensando che un’auto a CNG riduce le emissioni di ossido di azoto del 75% rispetto a un diesel e la CO2 del 25% rispetto al benzina, eliminando sostanzialmente le polveri sottili.

Se l’autotrazione a metano venisse trattata similarmente all’elettrico, incentivata e pronta a circolare anche in presenza di restrizioni al traffico dovute all’inquinamento, il vantaggio economico andrebbe anche ai consumatori: risparmi superiori al 30% per chilometro rispetto al diesel e superiori al 55% rispetto alla benzina. Ma a un pubblico esterofilo e amante di certi aspetti, il concetto di auto a metano, per ora, non risulta ancora molto attrattivo e le aziende si sa, nelle loro scente contano i risultati e la praticità, nel minor tempo possibile. Anche per questi motivi Snam e Seat si sono “fatte sentire” da Enti e Governo, auspicando un trattamento più coinvolgente per questo gas come carburante auto.

OMF

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