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Una “lettera scarlatta” per gli evasori: e se succedesse anche in Italia?

Dic 10, 2019

Fiume di denaro

Nell’Unione europea 16 Stati su 28 pubblicano online i nomi degli evasori fiscali e di quanti devono soldi allo Stato sulla base di un principio saldamente incardinato nel Dna dei paesi di cultura anglossasone: il “name and shame”. E se accadesse anche da noi?

10 dicembre 2019


Sbatti l’evasore in prima pagina

1′ di lettura

Nell’Unione europea 16 Stati su 28 pubblicano i nomi degli evasori fiscali e di quanti devono soldi allo Stato. E la pratica non riguarda solo i Paesi europei, man anche 23 Stati degli Usa e altri paesi del mondo come Australia, Messico e perfino in Nigeria e in Uganda.

Non c’è legge sulla privacy che tenga: i nomi vengono messi online e sono consultabili da chiunque. Decine, centinaia di migliaia di nomi galleggiano nel mare magnum di internet all’interno di liste pubblicate nei siti delle Agenzie delle Entrate e dei ministeri del Tesoro. Messi insieme, uno dopo l’altro, questi nomi formano un elenco chilometrico a disposizione di tutti, curiosi e criminali inclusi. Una catena di vergogna in grado di abbracciare il diametro del globo intero.

“Fiume di denaro”, il format d’inchiesta multimediale del Sole 24 Ore, ha scandagliato in lungo e in largo (in collaborazione con Led Taxand) questa marea di dati realizzando un primo censimento delle giurisdizioni che hanno deciso di “sbattere l’evasore in prima pagina” sulla base di un principio saldamente incardinato nel Dna dei paesi di cultura anglossasone: il “name and shame”.

Il Sondaggio

In italiano si potrebbe tradurre più o meno così: “pubblico il tuo nome e ti svergogno”, cioé faccio sapere a tutti che sei un evasore fiscale, che non paghi ciò che devi alla collettività mentre, magari, il tuo vicino di casa si svena per versare al Fisco fino all’ultimo centesimo di imposte.

L’obiettivo è colpire i furbetti con uno stigma che provochi disapprovazione sociale e funga da disincentivo all’evasione fiscale.

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