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Bergomi: Grande Gasperini, meriterebbe un monumento

Ott 13, 2017

Francesca Fanelli

venerdì 13 ottobre 2017 09:26

ROMA – È uno abituato a ponderare le parole e a vincere. Sennò non si potrebbe spiegare il soprannome di Zio solo per un paio di baffi portati a 18 anni. Ora non li ha più, ma la voce pacata e familiare – fa parte della famiglia del calcio su Sky da anni ed è uno dei talent più apprezzati – porta l’argomento sempre sulla via più giusta.

BERRETTI CHE VINCE. Parliamo di Atalanta e lui la conosce bene. Beppe Bergomi, uno dei difensori più forti che ha avuto il nostro calcio, ha allenato da quelle parti, dal 2011 al 2013 la formazione Berretti: un anno ha perso la finale contro l’Inter di Sergio Zanetti, nella stagione dopo ha vinto il campionato battendo in finale con la sua Berretti proprio i nerazzurri. Ricordi a fior di pelle: «Salta subito all’occhio – fa Bergomi – la qualità e il tipo di lavoro. Da quelle parti hanno fame, metodologia e programmi. Sanno che per migliorare il gioco, va migliorata la tecnica e poi rispettano un principio fondamentale: il talento va aspettato. Noi italiani siamo patiti di tattica, ci piace schierare in campo la squadra. Con i giovani il lavoro da fare è un altro, è diverso, è approfondito. A Bergamo lo sanno fare. Non solo loro,per la verità, ci sono anche altre società, per esempio l’Inter, la Roma. Il segreto è che bisogna far innamorare i ragazzi. Non bisogna avere fretta, serve tempo per affinare le qualità».

DALLA BASE. Tutto studiato, nei dettagli, dalle basi, dai più piccoli. «All’Atalanta sanno cercare i giocatori, riconoscono le qualità, hanno luoghi in cui farli crescere bene, allenatori bravi, istruttori attenti. Ho conosciuto Favini, ora c’è Costanzi. Sanno come si lavora, hanno uno scouting serio e ora ci sono anche diversi ragazzi stranieri. E’ una zona buona quella tra Bergamo e Brescia, amano scivolare sui campi di terra, non temono i sacrifici. Magari nel milanese è già diverso… E poi devono fare un monumento a Gasperini, sa lavorare con i ragazzi e li ha utilizzati nel miglior modo possibile. Non penso solo al campionato, basta guardare anche le nazionali, nell’Under 19, per esempio, 4-5 ragazzi provengono dalle giovanili nerazzurre, Melegoni che ha stoffa per sfondare, Bastoni, Capone». In mezzo a questa fabbrica di talenti sorge l’Atalanta, oasi felice che sogna un altro campionato di tendenza come quello dello scorso anno che l’ha portata a sorpresa in Europa. Gasperini è una garanzia, ha lavorato per anni con i giovani, sa come gestirli e non è un caso che si sia trovato una nidiata così buona da mettere in campo. «In queste prime giornate la squadra non ha quasi mai sofferto e ha già affrontato Roma, Napoli, Fiorentina e Juve. Secondo me deve, e sono sicuro che continuerà di certo a farlo, a giocare con grande intensità, perché così creerà emozioni. Finora per quello che ho visto metto il Napoli al primo posto e l’Atalanta al secondo».

SKY SPORT

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