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UE, vera competizione fra reti grazie a Open Fiber

Mag 18, 2018

Il mercato infrastrutturale delle telecomunicazioni in Italia è competitivo? Secondo la Commissione UE sì, o almeno inizia a esserlo grazie all’ingresso nel settore di Open Fiber e la sua rete FTTH. L’ultimo rapporto DESI 2018 conferma uno scenario nettamente mutato rispetto a qualche anno fa.

Non esiste più un attore unico. Oltre a Open Fiber, c’è la partnership TIM-Fastweb (Flash Fiber), Infracom, Mclink e KPNwest. Queste ultime tre per altro sono state recentemente acquisite da F2i e il Fondo Marguerite, sostenute da Cassa Depositi e Prestiti, per dar vita a partire dalla prossima estate a Irideos. Un colosso da 15mila km di fibra che corrono lungo le autostrade, con 2100 accessi che potranno essere impiegati per servire imprese e distretti industriali.

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Mercato residenziale

“Grazie all’aumento della concorrenza basata sull’infrastruttura e alla combinazione di investimenti privati ​​e pubblici, l’Italia sta migliorando in modo significativo il livello di implementazione di accesso di nuova generazione (NGA) basato su fibre ottiche, in linea con gli obiettivi della strategia della Commissione europea sull’agenda digitale. Ciò ha certamente anche prodotto un effetto positivo sul lato della domanda che aumenta parallelamente ma a un ritmo più lento”, si legge nel DESI 2018.

UEUEIndice prezzi e quote di mercato

Permangono alcune criticità soprattutto nelle zone rurali dove la copertura NGA (Next Generation Access) nel 2017 si è attestata sul 39% contro una media europea del 47%, ma in questo caso i bandi Infratel potrebbero certamente migliorare la situazione.

Sul fronte ultra broadband siamo al 22% contro il 58% comunitario. Qui il progetto Open Fiber di cablare in FTTH 271 città e quello Flash Fiber di fare altrettanto in 29 potrebbero dare una scossa al settore.

Il dato più eclatante riguarda comunque le percentuali di mercato, quindi di fatto il peso delle attivazioni. Il 90,7% in Italia sono DSL, mentre il Europa la soglia media è del 64,2%. Il segmento “cable” all’estero detiene il 19,4%, mentre nel nostro paese vale zero per questioni storiche. FTTH e FTTB in Italia valgono il 3,4% contro il 12,9% UE, mentre altri tipi di tecnologie da noi sono al 6% e oltreconfine al 3,6%.

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VDSL2 17a versus VDSL2 17a con Vectoring

Infine c’è un tema che desta un po’ di stupore, ovvero la mancata adozione diffusa del Multi Operator Vectoring (MOV) che vanta linee guida AGCOM da giugno 2015. E dire che consentirebbe in molti casi di incrementare le prestazioni del 40% su FTTC.

“Il vectoring coordinato (detto MOV, multi-operator vectoring) prevede che tutti gli operatori ULL colleghino i propri apparati tra di loro affinché la cancellazione possa fare leva sulle informazioni raccolte da tutte le linee indipendentemente da quale operatore ne abbia il controllo, realizzando così una cancellazione quasi ottimale”, spiegava l’anno scorso Fastweb.

Leggi anche: Fibra, FTTH, FTTC, VDSL, Vectoring: facciamo chiarezza

Il difetto principale del vectoring è che degrada in prestazioni bruscamente se la distanza dal cabinet è superiore ai 600 metri. Inoltre in presenza di servizi ADSL2+ la sovrapposizione spettrale riduce di circa il 20% le prestazioni di questi ultimi. Insomma, se su un armadio coesistono servizi ultra-broadband e broadband sono dolori.

Nessun sostanziale problema invece se coesistono VDSL2 di profilo diverso. Mentre due servizi con vectoring di due operatori vedono ridurre il vantaggio prestazionale dal 40% (standard) a circa il 20%.

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