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Tutti i numeri del petrolio nei primi mesi del 2019

Set 13, 2019
Tutti i numeri del petrolio nei primi mesi del 2019

I prezzi e le vendite dei carburanti

Stando ai dati provvisori dell’Unione Petrolifera, nei primi sette mesi 2019 le vendite di carburante (che includono sia la benzina che il gasolio e il Gpl) sono diminuite dello 0,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.

Ad agosto del 2019 il prezzo medio della benzina super senza piombo in Europa è stato di 1,580 euro a litro, in calo di 4,8 centesimi rispetto all’agosto del 2018. In discesa rispetto al 2018 (-3,9 centesimi) con un prezzo medio di 1,482 euro al litro anche il costo del gasolio.

Per quanto riguarda il Gpl, il suo costo medio è stato – sempre nel suddetto intervallo temporale – di 0,611 euro al litro, in calo, cioè, di 6,6 centesimi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nella classifica dei prezzi dell’Unione Europea, l’Olanda si conferma al primo posto per i più bassi, mentre la Svezia è al vertice per il gasolio auto. La Francia primeggia sempre nel Gpl auto. Quest’ultima, infine, assieme al Belgio, è il Paese dove si è registrato il maggior calo nelle vendite complessive di carburante, soprattutto a causa del forte calo del gasolio. Sul fronte opposto, Regno Unito, e Austria quelli con la crescita maggiore.

Le immatricolazioni di autovetture

Da gennaio ad agosto 2019, le immatricolazioni di vetture sono diminuite del 3,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Prosegue il forte calo delle vetture alimentate a gasolio, ormai superate da quelle a benzina, che risulta essere ormai la prima alimentazione. In forte crescita le vetture ibride, soprattutto quelle con alimentazione a gasolio (+1643 per cento). In lieve ripresa le immatricolazioni a Gpl.

Consumi petroliferi mensili

La stima non è ancora definitiva sui primi sette mesi 2019, ma rivela che i consumi petroliferi sono diminuiti dell’1,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.

Da dove proviene, perlopiù, il greggio che importiamo?

Un primo dato generale: nei primi sei mesi di quest’anno, l’importazione di greggio ha subito un calo pari all’1,5 per cento. A pesare sono state soprattutto le forti riduzioni degli arrivi dal Medio Oriente e dall’America. Risulta, invece, in crescita l’import che proviene dall’Africa, dal Mare del Nord e dall’Est d’Europa. Il primo Paese fornitore risulta essere ancora l’Iraq.

Sempre nello stesso intervallo di tempo, il costo del greggio importato in Italia calcolato in euro a tonnellata è cresciuto dell’1,6 per cento per via dell’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro.

Quanto lavorano le raffinerie?

Sempre secondo le rilevazioni dell’Unione Petrolifera, nei primi sette mesi del 2019 le lavorazioni delle raffinerie sono state pari a 40,2 milioni/tonnellate, con un calo del 4,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, ma in lieve recupero rispetto ai primi mesi dell’anno.

Importazioni di prodotti finiti e semilavorati

Nei primi cinque mesi del 2019, in base ai dati ancora provvisori dell’Unione Petrolifera, le importazioni di prodotti finiti sono ammontate a 6,6 milioni di tonnellate (con un -5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018). Il calo delle importazioni dei prodotti petroliferi semilavorati risulta invece sensibilmente più consistente, assestandosi al -28 per cento.

Esportazioni di greggio, prodotti e semilavorati

Sempre nello stesso periodo – e anche in questo caso i dati sono ancora provvisori – le esportazioni di greggio e prodotti petroliferi sono ammontate a circa 10,7 milioni di tonnellate, in calo del 15,2 per cento rispetto ai primi cinque mesi del 2018.

(Luciano Lombardi)

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