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Trump minaccia Francia e Italia: “No alla digital tax o imporremo dazi al 100%”

Dic 3, 2019

ROMA – I Paesi che metteranno la digital tax sarano colpiti da dazi fino al 100 per 100. La minaccia di Donald Trump lanciata a poche ore dal summit della Nato a Londra colpisce in primo luogo la Francia che ha già una legge che fa pagare le tasse ai giganti americani del web – da Google a Facebook passando per Amazon – e che secondo il presidente Usa verrà colpita a partire da gennaio con dazi fino al 100% su beni per un valore di 2,4 miliardi di dollari. Non solo: da Washington fanno sapere che la rappresaglia potrebbe riguardare anche altre capitali che dovessero seguire la strada di Parigi, tra cui Roma.

E’ “un chiaro segnale sul fatto che gli Stati Uniti agiranno contro i regimi di web tax che discriminano o impongono oneri spropositati sulle società americane”, ha avvertito il rappresentante al Commercio Usa Robert Lighthizer citando fra i possibili bersagli oltre a Francia e Italia anche la Turchia e l’Austria. Lighthizer ha presentato le conclusioni dell’indagine ordinata dal tycoon secondo cui emergerebbero discriminazioni fiscali contro società americane come Google, Apple, Facebook e Amazon.

Quanto basta a rendere ancor più rovente del previsto il clima londinese nel quale in realtà si dovrebbero festeggiare i 70 anni dell’Alleanza Atlantica. Un clima reso già teso dalla questione dei finanziamenti alla Nato e dalle pressioni Usa perché gli alleati mollino Huawei per lo sviluppo del 5G. Trump vedrà l’inquilino dell’Eliseo Emmanuel Macron nelle prossime ore, così come dovrebbe incontrare a margine del vertice di Londra il presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Ripeterà loro che la digital tax viene considerata dagli Usa discriminatoria nei confronti delle società americane e che c’è ancora tempo per poter negoziare e trovare una soluzione in sede Ocse. Ma i tempi sono stretti, perché una decisione definitiva è attesa entro il 14 gennaio. Poi, senza intesa, dovrebbero scattare contro Parigi i nuovi pesantissimi dazi su champagne, borse e altri beni di lusso. E su quei vini e formaggi già colpiti da dazi al 25% il mese scorso. Così come colpiti da tariffe del 25% sono stati alcuni prodotti del made in Italy, eccellenze come il parmigiano e la mozzarella, in risposta al verdetto del Wto sugli aiuti europei ad Airbus.

Dazi che potrebbero inasprirsi dopo il verdetto del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio) sul fatto che Airbus continua a beneficiare di aiuti pubblici come risultato dei finanziamenti dei precedenti governi. La decisione della Wto rinforza il precedente verdetto che ha consentito a Washington di applicare tariffe di ritorsione per 7,5 miliardi di dollari sulle importazioni dall’Unione europea. Per Lighthizer il responso della Wto significa che gli aiuti ad Airbus continuano a danneggiare l’industria dell’aerospazio americana e dunque si impone “un’azione forte” da parte di Washington. La Commissione europea non esclude di ricorrere in appello contro il verdetto della Wto. L’Ue ha inoltre chiesto agli Usa di eliminare “immediatamente” le tariffe di ritorsione contro l’Ue per circa 2 miliardi di dollari perchè la Wto ha stabilito che gli aiuti agli A380 di Airbus non danneggiano più le vendite dell’americana Boeing. In seguito ad un diverso ricorso presentato dall’Ue, la Wto ha stabilito che Boeing ha ricevuto aiuti federali, statali e locali “illegali”. L’ammontare delle tariffe che l’Ue potrà imporre contro gli Usa in seguito a questa sentenza deve essere ancora stabilito.

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