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Trump blocca l’acquisizione di Qualcomm da parte di Broadcom

Mar 13, 2018

Intel può tirare un respiro di sollievo: il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha bloccato la proposta di acquisizione di Qualcomm avanzata da Broadcom. In un ordine esecutivo pubblicato sito della Casa Bianca si parla di azione necessaria per proteggere la sicurezza nazionale.

C’è “una prova credibile“, dice il Presidente, che se Broadcom (che è incorporata a Singapore) prendesse il controllo della statunitense Qualcomm, l’azienda potrebbe prendere “azioni che minacciano di compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Broadcom sta cercando di acquistare Qualcomm da diversi mesi, ma le offerte sono state sempre respinte al mittente. Di conseguenza Broadcom ha cercato la scalata ostile, proponendo suoi uomini per i posti del consiglio di amministrazione di Qualcomm. In base all’ordine di Trump, Broadcom non potrà acquistare o fondersi con Qualcomm in alcun modo e perciò anche la scalata ostile non potrà proseguire.

Non è la prima volta che Trump blocca un tentativo di acquisizione di aziende statunitensi da parte di realtà estere. A settembre dello scorso anno ha fermato l’acquisizione di Lattice Semiconductor da parte del fondo cinese Canyon Bridge Capital Partners. L’intervento di Trump sulla nuova operazione segue l’avvio di un’inchiesta da parte del CFIUS (Comitato sugli investimenti esteri degli Stati Uniti).

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E dire che Trump, lo scorso 2 novembre, aveva persino abbracciato Hock Tan, CEO di Broadcom, all’annuncio del ritorno del quartier generale dell’azienda negli USA.

Broadcom forse si aspettava l’intervento a gamba tesa di Trump e, stando a quanto riportato da Bloomberg, è attualmente impegnata nel processo di spostare il proprio quartier generale da Singapore agli Stati Uniti – l’operazione si concluderà il 3 aprile. Per questo non deporrà le armi tanto facilmente e avvisa: “Le preoccupazioni per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti non rappresentano un rischio di chiusura dell’operazione, in quanto Broadcom non ha mai avuto in programma di acquisire Qualcomm prima di completare la ridomiciliazione”.

Non è chiaro se ciò basterà per rimettere in piedi la trattativa. L’ordine di Trump dice che le due compagnie dovrebbero “abbandonare definitivamente l’acquisizione proposta“, a indicazione che la mossa di Broadcom non farà differenza, a meno che non sia disposta ad aprire un contenzioso in tribunale con l’amministrazione USA.

Intel quindi ha trovato un formidabile alleato in Donald Trump. L’azienda regina dei semiconduttori negli Stati Uniti, secondo indiscrezioni, era fortemente preoccupata che l’operazione andasse in porto, tanto da aver iniziato a pensare a soluzioni atte a bloccare l’intesa, come l’acquisizione di Broadcom.

Scampato – per ora – il pericolo acquisizione, Qualcomm ha però ancora le sue belle “gatte da pelare”, come si dice in gergo. L’azienda statunitense è impegnata in tribunale contro Apple per pratiche di business anticoncorrenziali e non è ancora riuscita a completare l’acquisizione dell’olandese NXP Semiconductors.

Di recente Qualcomm ha alzato la posta, portando la cifra a circa 44 miliardi di dollari, nel tentativo di avere il sostegno degli azionisti sull’acquisizione. NXP è centrale per l’azienda statunitense, non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche perché l’acquisizione di NXP è la motivazione principale con cui Qualcomm ha rigettato gli approcci di Broadcom, affermando che le cifre in gioco ne sottovalutavano il vero valore. Un altro elemento cruciale nella decisione di Trump riguarda la tecnologia di connettività 5G, fondamentale per lo sviluppo industriale nei prossimi anni e una delle ragioni per cui anche Google e Microsoft si sono dichiarate apertamente contrarie alla fusione con Broadcom, i cui legami con altri stati esteri sono mal visti.

Intanto in questo periodo tumultuoso Qualcomm si ritrova a ristrutturare il suo consiglio di amministrazione. La scorsa settimana il dott. Paul E. Jacobs ha lasciato l’incarico di presidente esecutivo dello stesso e, anche se rimarrà in azienda, è un chiaro segno che non tutto sta andando per il verso giusto tra le fila del progettista di chip.

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