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Truffa dei barboncini, attenzione alle vendite online

Dic 3, 2020
«Ho letto questo annuncio su subito.it che mostrava tre barboncini a 1500 euro con pedigree». Comincia così la sua storia Alessandra, piemontese, nome di fantasia, l’ennesima persona che è stata truffata online per la vendita di un barboncino inesistente. Invogliata dal prezzo insolitamente basso Alessandra ha risposto e a quel punto la conversazione si è spostata su whatsapp. «Un signore con un accento del sud che si faceva chiamare Gaetano mi ha detto che la cucciola, una toy rossa, aveva quasi 90 giorni e doveva fare il pedigree a breve. Se tutto fosse andato bene avremmo potuto ritirarlo già il giorno dopo a Bologna». Dai toni sembrava una persona per bene ma inizia a metterle fretta: c’è un’altra persona che vuole la stessa cucciola. «Voleva un 30% e il saldo all’arrivo della cagnolina che sarebbe arrivata con un corriere privato. Per fortuna il mio compagno aveva solo 300 euro e ha fatto una ricarica su Postepay».

Subito dopo Alessandra scopre da un post di Facebook che il signore ha truffato altre persone. A quel punto l’ha richiamato per delle spiegazioni e “Gaetano” l’ha minacciata di denunciarla per falso e calunnia. «Sono dispiaciuta non tanto per la perdita dei soldi ma per il fatto che cercavamo una cucciola da mesi».

Vendere un cane senza pedigree spacciandolo per cane di razza è reato. «Lo stabilisce un decreto del 92 per contrastare l’introduzione illecita di animali in Italia», dice la penalista Isabella Nuzzolese. In tal caso il venditore rischia reclusione fino a un anno e multa fino a 15 mila euro mentre chi compra passibile di una contravvenzione di poche decine di euro». Nonostante questo sono ormai centinaia le persone che si affidano a vendite online cascando nel tranello. Grazie ai social si sono riconosciuti e persino costituiti in un gruppo Facebook – denunce truffe barboncini e amici a quattro zampe che conta 150 iscritti – per scambiarsi informazioni sui truffatori. Per loro al momento non si sa se ci sia una rete estesa su tutto il territorio o se agiscano ognuno per conto proprio. Il modus operandi però è sempre lo stesso: un annuncio su Subito, animaleamico.com o kijiji con foto di barboncini nani o toy (o ancora più piccoli) con o senza pedigree a un prezzo insolitamente basso, tenuto conto che oggi è improvvisamente diventato un cane molto di moda e che negli allevamenti si parte dai 3000 euro. La foto è normalmente rubata da siti di allevamenti italiani e stranieri. A chi risponde viene inviato un numero di cellulare. Questo è cruciale perché entrando su una conversazione whatsapp non rimangono tracce sospette sui siti e i truffatori possono cancellare i messaggi e i video che potrebbero incastrarli a loro piacimento. Spesso – ma non sempre – i numeri iniziano con 350 o 351, indicano attività commerciali e sono difficilmente rintracciabili. Il venditore mette una fretta indiavolata. C’è sempre qualcun altro che vuole lo stesso cane. E l’acquirente per inesperienza paga un anticipo o anche tutta la somma richiesta. A questo punto il venditore si volatilizza.


Attenzione perché il truffatore spesso esibisce un documento di identità che appartiene a una persona truffata in precedenza in una catena infinita di equivoci. Che fare? «L’unica soluzione è denunciare alla polizia postale portando tutta la documentazione possibile: dallo screenshot del primo annuncio alle conversazioni, alle foto e i video e la tracciabilità del pagamento, avendo cura di salvare sempre tutto», dice Nuzzolese. Diffidare da chi chiede ricariche Postepay che a differenza di piattaforme come PayPal non garantisce che la transazione vada a buon fine. Altra cosa importante non far passare troppo tempo. «È meglio rimanere nel termine dei tre mesi dal fatto per non far scadere i termini della denuncia». Il furto di identità si somma alla truffa ma è un reato autonomo che renderebbe la denuncia procedibile d’ufficio.

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