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Tregua per lo spread, il differenziale di nuovo sotto quota 180

Mag 22, 2018

MILANO – Ore 10 Occhi ancora puntati sullo spread, all’indomani della schiarita sul nome del presidente del Consiglio indicato da Luigi di Maio e Matteo Salvini al capo dello Stato Sergio Mattarella, quello del professor Giuseppe Conte. Il differenziale Btp/Bund questa mattina riparte sotto i livelli visti ieri in chiusura (185 punti) e scende fino a quota 174, con il rendimento del nostro titolo decennale che cala al 2,31%, dopo che ieri aveva toccato i massimi dall’autunno 2014.

L’Italia resta quindi osservata speciale in questi giorni cruciali per la formazione del nuovo esecutivo. Piazza Affari intanto, reduce da una seduta negativa a causa dello stacco delle cedole da parte di molte società, parte poco sopra la parità, in rialzo frazionale. Poco mosse le altre piazze finanziarie europee, Francoforte, ieri chiusa per festività oggi avanza dello 0,14%. Londra cresce dello 0,15% e Parigi dello 0,03%. A rasserenare gli umori dei mercati c’è anche la tregua che si registra sul fronte della guerra commerciale tra Usa e Cina, con le due potenze che hanno deciso di sospendere i dazi con cui si erano minacciate a vicenda. Segnali che ieri hanno contribuito a sostenere una buona seduta a Wall Street, con il Dow Jones che ha terminato in rialzo dell’1,2% e il Nasdaq dello 0,54%. In calo invece Tokyo (-0,18%), dove sono prevalse le prese di profitto dopo i rialzi degli ultimi giorni.

Sul fronte valutario prosegue il calo dell’euro sul dollaro, con la moneta unica che in mattinata resta sott quota 1,18 a 1,775. Secondo Elliot Wave, analista di Goldman Sachs, la prossima soglia critica da tenere presente per la divisa europea è quella di 1,709. Sotto questo livello, secondo Wave, ci sarebbe spazio per una discesa fino a 1,1574 dollari.

Poco da attendersi dall’agenda macroeconomica di giornata, ad eccezione della nota Istat sulle prospettive per l’economia italiana, anno 2018, prevista in mattinata.

Dal lato commodities continua a crescere il prezzo del petrolio, condizionato anche dalle sanzioni al Venezuela seguite alla rielezione di Maduro e dalle previsioni di una riduzione delle scorte. I contratti sul greggio Wti con scadenza a giugno che guadagnano 24 centesimi a 72,44 dollari al barile. Il Brent guadagna 26 centesimi a 79,48 dollari. Oro in lieve calo, a 1289 dollari l’oncia.

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