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Torino vieta i diesel Euro 5 ma siamo sicuri che…

Gen 8, 2020
Torino vieta i diesel Euro 5 ma siamo sicuri che...

Nel Norditalia è tempo di nebbie e di polveri sottili, particolato, PM10. Da più parti scatta l’emergenza smog e, di conseguenza, anche i divieti alla circolazione.

La città che decide di correre ai ripari in maniera più drastica è Torino, che estende il blocco della circolazione anche alle vetture diesel Euro 5.

Una premessa tanto scontata quanto doverosa: siamo tutti dalla parte dell’ambiente, ovvio. E siamo ben consapevoli che limitare la circolazione sia spesso una decisione necessaria. Allo stesso modo, però, abbiamo la convinzione che occorra farlo con cognizione di causa.

Torniamo quindi a Torino e, in considerazione di quanto abbiamo appena detto, non possiamo che domandarci: come mai nell’elenco compaiono i diesel Euro 5 e non i corrispettivi a benzina in quanto a emissioni, quando fior di autorevolissimi studi dimostrano che la formazione di particolato e dei relativi composti è più elevata da parte di questi ultimi?

A far la differenza, qui, è il Fap, il celebre e famigerato al tempo stesso Filtro Anti Particolato. E’ stato anche – e soprattutto – grazie a lui se la quantità di particelle sottili che si concentrano nell’aria dopo essere state emesse dagli scarichi delle vetture diesel si è drasticamente ridotta.

Più che il diesel, le stufe

Oggi – e a corroborare la tesi ci sono anche qui anni di indagini – le emissioni di un diesel Euro 5 dotato di Fap sono ridottissime, al punto che rappresentano soltanto una quota variabile tra il 2 e il 3 per cento del totale che si trova nell’aria dopo essere stato sollevato dagli pneumatici. Addirittura, non è un azzardo affermare che un filtro un buono stato riesce a fare uscire dallo scarico un’aria più pulita di quella in entrata.

Tanto per avere un ordine di grandezza complessivo del fenomeno, l’ennesimo studio molto ben informato sull’inquinamento da PM10 in Lombardia, ha rivelato che la dispersione di tali particelle è data per il 45 per cento dalla combustione delle cosiddette biomasse legnose (che deriva cioè da camini e sufe a pellet o a legna, in cui non è previsto alcun sistema Fap) e soltanto per il 14 per cento dai motori diesel, con un ulteriore 13 per cento rappresentato dalle particelle emesse dalle pastiglie dei freni, dagli pneumatici e dall’asfalto abraso.

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