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Tim: Calenda, Berlusconi e Di Maio siglano la grande alleanza italiana contro Vivendi

Apr 5, 2018
Tim: Calenda, Berlusconi e Di Maio siglano la grande alleanza italiana contro VivendiTim: Calenda, Berlusconi e Di Maio siglano la grande alleanza italiana contro Vivendi

ROMA – L’ostilità di Silvio Berlusconi. I dubbi dei Cinquestelle. Ma anche l’avversione del governo uscente. Contro Vivendi si è coalizzato un fronte compatto che punta a ridimensionare l’influenza della società francese (Vivendi appunto) su Telecom Italia.

Chi sono i transalpini. Vivendi è un gigante dei media, della musica, dei videogiochi. Controlla Universal Music Group. Ha in mano Canal+, la televisione a pagamento leader in Francia (presente anche in Africa, Polonia, Vietnam e Myanmar). La filiale Studiocanal produce, vende e distribuisce sia film sia serie tv. Havas – altra proprietà di Vivendi – opera in più di 100 Paesi, soprattutto nei campi della pubblicità e delle pubbliche relazioni. Ma Vivendi è forte anche nei videogiochi per telefoni e tablet (grazie a Gameloft) e nei video sul web (con Dailymotion). Tra i suoi beni, due templi della musica come l’Olympia e il Théâtre de l‘Œuvre a Parigi.

Che cosa hanno in Telecom. La campagna d’Italia porta i francesi di Vivendi a diventare il socio di maggioranza relativa nel nostro operatore delle telecomunicazioni, con una quota del 23,94 per cento. A lungo, Vivendi ha sostenuto di esercitare su Telecom Italia solo poteri di direzione, mentre la Consob gli attribuisce il controllo di fatto sulla società (“ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile e dell’articolo 93 del Testo Unico della Finanza”).

Che cosa contesta il governo. Le incomprensioni tra Vivendi e il governo Gentiloni riguardano la rotta di marcia di Telecom Italia. Il governo sognava un campione nazionale della rete: vuole, cioè, un unico soggetto capace di mettere insieme Telecom Italia e OpenFiber (la creatura dell’Enel e della Cassa Depositi e Prestiti). Ma Vivendi

non ci sente da quest’orecchio. Ancora ieri – in un’intervista alla Stampa – l’ad Amos Genish sostiene che un gigante come Telecom Italia (forte di 4,6 miliardi di ricavi) non ha motivo di accompagnarsi a quello che lui giudica un nano: “OpenFiber – nota sdegnoso – risulta aver fatto ricavi per 70 milioni nel 2017”. Oltre alle incomprensioni di sostanza, ci sono quelle di forma. Telecom Italia – che è impresa strategica per la sicurezza del Paese – non ha informato il governo uscente del ruolo sempre più forte che Vivendi acquisiva nel suo azionariato. Il governo, che lamenta dunque la violazione della legge sul “golden power”, ha avviato l’iter per multare Telecom.

Vincent Bollorè, numero 1 di Vivendi

Vincent Bollorè, numero 1 di Vivendi

Che cosa contesta Berlusconi. A luglio del 2016 Vivendi si impegna a comprare il 100 per cento di Mediaset Premium, la deficitaria pay-tv del Biscione. Vivendi avrebbe pagato Premium con un pacchetto di sue azioni (pari al 2,962% del capitale sociale). La casa madre Mediaset avrebbe ottenuto anche un altro fascio di azioni (lo 0,538% di Vivendi) e girato ai francesi, a sua volta, un 3,5% del proprio capitale. Ma settembre del 2016, Vivendi si chiama fuori facendo intendere che Mediaset Premium versa in condizoni molto più gravi di quanto immaginasse. Quando il titolo della casa madre Mediaset precipita per la mancata vendita della traballante pay-tv Premium, ecco i francesi rastrellare azioni di Mediaset, a un prezzo di favore. I francesi arrivano così ma controllare il 28,8% del capitale di Mediaset e il 29,94% dei diritti di voto.

Che cosa contestano le autorità di garanzia. L’AgCom, il garante per le comunicazioni, accusa Vivendi di violare le norme anti-concentrazione italiane per la presenza simultanea in Telecom Italia (al 23,94%) e in Medaset (al 28,8%). Per questo, l’AgCom impone a Vivendi di collocare in un trust indipendente il 20% della sua partecipazione in Mediaset.

Che cosa contestano i grillini. “Il nostro Stato deve tornare a farsi rispettare dai cugini d’oltralpe”, dice in queste ore un grillino tra i più influenti, Stefano Buffahni, “E’ fondamentale riprendere, da mano straniera, la nostra infrastruttura tecnologica e di telecomunicazioni”.

Che cosa succede nell’azionariato. Mentre il fronte anti-francese si allarga e si consolida, lo Stato si prepara a entrare nel capitale di Telecom Italia attraverso Cassa Depositi e Prestiti, che rastrellerà fino al 5 per cento delle azioni. Intanto il fondo attivista americano Elliott (lo stesso che ha partecipato al salvataggio del Milan) è già al 9,9% di Telecom Italia, dove ora la bandiera francese di Vivendi sventola molto più bassa.

@aldofontanarosa

© Riproduzione riservata05 Aprile 2018

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