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Terremoto, Errani. “Aiuti in arrivo, ma se fossimo giapponesi abbandoneremo quelle terre”

Nov 9, 2016

ROMA – Per la prima volta davvero esplicito, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani alla commissione Bilancio del Senato (dove si sta esaminando la riconversione in legge del decreto per gli interventi urgenti per le popolazioni dell’Italia centrale che hanno subito il lungo terremoto) ha detto che in quelle terre così povere e già spopolate “se fossimo giapponesi dovremmo abbandonarle”. Poi ha aggiunto: “Ma non siamo giapponesi, non le abbandoneremo, non possiamo abbandonare una parte così importante del nostro Paese”.

Già, il terremoto di domenica 30 ottobre, con magnitudo 6.5, la più alta degli ultimi 36 anni, ha colpito “territori in gran parte di montagna già dentro a processi di spopolamento molto significativi, borghi e comuni piccoli con 60-65 frazioni, un territorio già di per sé debole dal punto di vista economico, infrastrutturale, debolissimo dal punto di vista idrogeologico”. E quindi, ha detto Errani, “ricostruiremo” case, beni pubblici, sistema economico, “ma proveremo testardamente a costruire un diverso modello economico di quel territorio per invertire il processo di spopolamento”.

L’allarme dei sindaci: “Ci state abbandonando”

Quando il commissario è passato ai numeri, la commissione è rimasta impressionata. Saranno, ha spiegato, almeno 250mila le schede Aedes di verifica dell’agibilità delle strutture pubbliche e private, “ma se dicessimo che si finanziano anche le case agibili arriveremmo a un milione”. Errani ha voluto puntualizzare: “Non finanzieremo le case che non erano abitabili, che non avevano alcun tipo di servizi e utenze. E lo Stato interviene anche sulle seconde case perché parliamo di comuni dove fino al 90% il patrimonio abitativo è fatto di seconde case”. Ecco, “vogliamo riportare a casa le persone che non hanno altro dove andare”, il terremoto “non dev’essere l’occasione per dare una rinfrescata alla propria abitazione”. Di fatto, “è il primo terremoto degli ultimi 40 anni che in partenza ha risorse fondamentali per attivare la ricostruzione”.

Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha detto nella stessa sede: “Al momento non sappiamo quante siano le case agibili, abbiamo chiesto alle persone di collaborare”. Il decreto sul terremoto del 30 ottobre sarà firmato oggi dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

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