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Silk Way Rally 2019-6. Il Giorno di Hero Mena (Hero) e… il sesto di Al-Attiyah (Toyota)

Lug 12, 2019

Dalanzadgad, Mongolia, 12 Luglio 2019. Normalmente, il Viaggiatore che attraversa il Gobi tende a stare alla larga dalle zone più insidiose del Deserto. Al contrario, e in generale, il Rally non esita a cercare rogna e a infilarsi nei luoghi più ostili e normalmente impraticabili. Il Silk Way 2019 privilegia un aspetto più speculativo della sua rotta, e decide di stare ai margini delle zone maggiormente a rischio sotto il profilo delle difficoltà. La lunga cavalcata attraverso la Steppa e il Deserto del Gobi raggiunge Dalanzgad, cittadina di 15.000 abitanti circa e trampolino di lancio di tutte le escursioni più avvincenti del Gobi. È dalla capitale della provincia di Omnogov, infatti, che si pianificano le rotte verso le terre rosse di Bayan Zag, la Valle dei Dinosauri (i cui fossili sono conservati a Uklan Bator), verso Yolim An e lo stupefacente ghiacciaio nascosto, e protetto, tra le rughe rocciose del massiccio, verso Sevrei, le sue incisioni rupestri e il Grande, difficile Gobi.

Per il Silk Way Rally Dalanzadgad è una mèta di passaggio importante verso la fine della Mongolia, prima di affrontare il grande arco verso Est che scende, poi, verso e oltre il confine con la Cina. Il bivacco è raggiunto su piste larghe e veloci, con abbondanza di delicata navigazione in corrispondenza con le molte deviazioni verso nuove piste.

Oltre 400 chilometri, per lo più veloci. Ma ecco il contrattempo. A causa dell’eccezionale maltempo dei giorni precedenti e del passaggio del “traffico” dei mezzi pesanti delle miniere della zona, un lungo tratto di Speciale è disastrato e i ricognitori del Silk Way lanciano l’allarme. La partenza della Tappa viene ritardata e l’Organizzazione decide di neutralizzare i 120 chilometri del settore per rientrare nei parametri della massima sicurezza. La Speciale viene divisa in due e la Gara riprende.

È la Tappa, come si dice retoricamente, “dolce e amara” del Team Hero Motorsport. Oriol Mena va infatti a vincere la sua prima frazione, imponendosi sul polacco Adam Tomiczec e sul rientrato (in bagarre) Joan Barreda, ma il contraltare è il ritiro di Paulo Gonçalves, al suo primo Rally con Hero, fermato da un problema meccanico all’inizio della Speciale. Sam Sunderland è quarto, giusto davanti alla spettacolare (in tutti i sensi) Laia Sanz. Piccolo “bouleversement” nella Generale provvisoria. Sunderland allunga con un margine di oltre 20 minuti sul secondo, che non è più Luciano Benavides, terzo, bensì la bella sorpresa di oggi, Oriol Mena. Lo stop dello sfortunato Gonçalves, e un nuovo problema per Kevin Benavides, altri 15 minuti persi per strada per un errore di navigazione insieme al fratello con cui era in lotta per la terza piazza, aprono la strada della top 5 all’americano Andy Short, Husqvarna, e all’argentino Franco Caimi, Yamaha.

Nulla di nuovo nel Silk Way Rally delle Auto, che corre a suon di record incontro al trionfo. Nonostante un piccolo errore, partiti nella direzione sbagliata all’ingresso della nuova “seconda” Speciale del giorno, Al-Attiyah e Mathieu Baumel hanno ben presto “fatto pace” e, rientrati sulla pista giusta, hanno portato la Toyota #201 all’ennesima vittoria. Anche in questo caso, il secondo posto è dell’Hilux di Eric Van Loon, è una doppietta Toyota. Non cambia nulla in Classifica Generale, se non l’aumentare costante del vantaggio del Principe del Qatar, ora salito a 40 minuti sul bravissimo Liu Kun in gara con uno degli efficienti buggy SMG Hanwei Motor.

Per quanto riguarda la Gara dei Camion, è il caso di dire che si sta facendo strada un certo avvicendamento. Siahei Viazovich ha portato il Maz 6440SRR a un nuovo successo, e di conseguenza incrementato il vantaggio sui Kamaz inseguitori, quello di Shibalov secondo a 16 minuti e quello di Kargonov a 23.

La settima Tappa del Silk Way Rally è atipica. È la frazione di 550 chilometri che unisce Danzaldgad a Baynbaolige (o Bayinbaoligezhen secondo la trascrizione dal cinese) attraversando il confine tra Mongolia e Cina. In previsione delle precise, ma anche lunghe formalità doganali e di frontiera, la Carovana del Rally passerà in trasferimento. Per un giorno niente cronometro, un raro rito di passaggio tra due Paesi completamente a disposizione del Viaggiatore per la contemplazione di paesaggi non consueti e bellissimi.

Domani Cina. Attenzione, il Gobi non è finito. Ha solo cambiato passaporto.

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