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Scuola, Mattarella: “Garantire ovunque la sicurezza degli edifici”

Set 16, 2019

Sicurezza degli edifici, abbandono, inserimento delle disabilità, senso del dovere degli insegnanti che colma le lacune. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha inaugurato il nuovo anno scolastico nel cortile della scuola primaria ‘Mariele Ventre’ de l’Aquila, ponendo l’accento sulle eccellenze e le criticità della scuola italiana e affermando con decisione: “La scuola è una speranza, sempre e ovunque. Rappresenta la finestra di opportunità per il futuro di ciascun giovane. Compito della Repubblica è garantirla costantemente. Dobbiamo renderla più forte ed efficace”.

Mattarella ha scelto la scuola dell’Aquila, a dieci anni dal terremoto che colpì la zona perché “è un simbolo. Non ha mai smesso di funzionare, neanche nei giorni più difficili seguiti al terremoto. E oggi rappresenta il desiderio e l’impegno per uscire da una provvisorietà durata troppo a lungo”. “Le pubbliche istituzioni sono chiamate a sostenere i programmi di ricostruzione offrendo a L’Aquila le opportunità che la sua storia e la sua gente meritano. E in egual modo devono le istituzioni rispettare gli impegni verso le altre comunità colpite dal sisma in anni più recenti”.

Anche in ricordo degli studenti morti nel terremoto dell’Aquila di dieci anni fa, ha continuato il presidente “avvertiamo forte la responsabilità di assicurare una scuola di alto livello formativo. Agli studenti e agli insegnanti va garantita ovunque la massima cura per la sicurezza degli edifici”. Mattarella ha poi sottolineato: “La nostra amata Italia ha bisogno di ascolto, di dialogo, di maggiore fiducia, e la maggiore fiducia inizia dalla scuola. Una società aggressiva attraversata dal risentimento, orientata ad esaltare l’interesse individuale a scapito della comunità rischia di accentuare le fratture”.

“La mobilità sociale oggi si è arenata: la scuola può farla ripartire, arrecando giustizia e sviluppo – ha detto ancora Mattarella – La scuola per tutti è una grande conquista democratica, iscritta nella nostra Costituzione. La scuola è levatrice di libertà. Proprio il suo carattere universale e la visione unitaria dell’impegno educativo costituiscono gli anticorpi dell’omologazione e della prepotenza: per questo non possiamo rassegnarci a discriminazioni che derivano da diversità di ceti sociali o da svantaggiate condizioni economiche”.

Il presidente ha poi ricordato il ragazzino migrante morto con la pagella in tasca. “I ragazzi hanno diritto di sperare che i loro progetti migliori potranno realizzarsi. La scuola è il terreno dove coltivare questi progetti, e farli crescere. Il pensiero corre a quel ragazzino di quattordici anni, che veniva dal Mali, che aveva attraversato il deserto ed è annegato in un naufragio nel Mediterraneo. Quando ne hanno ritrovato il corpo, si è scoperto che aveva cucito, nel vestito, la sua pagella. La proteggeva come la sua carta di identità, e la sua speranza”.

“La scuola italiana ha grandi meriti. E straordinarie qualità. Lo dimostrano i nostri giovani che si fanno apprezzare ovunque, in Italia e all’estero. Lo dimostrano i giovani talenti che partecipano, con successo, agli incontri internazionali – ha detto il capo dello Stato – Certo, la nostra organizzazione scolastica ha limiti che dobbiamo esaminare e continuamente superare. Tuttavia, dobbiamo saper valorizzare, sempre meglio, le eccellenze che siamo stati capaci di costruire e fare in modo che generino nuove, positive esperienze”.

Infine sui docenti: “Tanti meriti vanno riconosciuti agli insegnanti, ai maestri, ai professori, che mettono la loro passione e la loro preparazione a servizio dei giovani. Non sempre ricevono dalla società e dalle istituzioni il riconoscimento che è loro dovuto. Non poche volte hanno colmato con il loro senso di responsabilità e del dovere – ha concluso – lo spazio lasciato vuoto dalla carenza di risorse materiali o di strutture organizzative. Insieme a loro desidero ringraziare tutto il personale della scuola, che si prodiga per il bene dei ragazzi”.

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