Storicamente, a parte singoli episodi, il Mit ha tenuto atteggiamenti concilianti o comunque non conflittuali con i gestori. Questo sia a livello politico (ministri, viceministri e sottosegretari) sia a livello di massimi dirigenti. A giudicare dalle prime dichiarazioni della neo-ministra, Paola De Micheli, la tradizione dovrebbe essere rispettata.
Controlli e manutenzioni
Se anche il risultato delle trattative sarà più sfavorevole ai gestori di quanto prevedibile, non è detto che scatterà effettivamente una stretta: anche in passato alcune norme e convenzioni contenevano disposizioni di una certa severità, ma poi i controlli sono stati carenti o improntati a interpretazioni più lasche.
Il decreto Genova era stato concepito anche per stringere sui controlli e sull’effettività della spesa contabilizzata dai gestori, creando l’Ansfisa. È l’agenzia che incorpora l’Ansf (quella che finora si è occupata di sicurezza ferroviaria) e, soprattutto, per la prima volta ha competenza anche sullo stato strutturale di strade e ferrovie. Prima, i controlli e i piani di manutenzione necessari affinché non ci fossero crolli erano sostanzialmente lasciati a coscienza, professionalità, volontà e, dal punto di vista giudiziario, responsabilità dei gestori.
Un importante punto di svolta, almeno nelle intenzioni. Che si sono presto sfaldate: era stato stabilito un percorso a tappe forzate per garantire i controlli, ma dopo un anno si è visto poco o nulla.
L’Ansfisa è ancora sulla carta. Per fare quei controlli urgenti era stato previsto il reclutamento di personale che non è ancora avvenuto. Non sono stati ancora nominati gli organi dell’agenzia. Lo statuto e il regolamento – licenziati in ritardo dal Mit – attendono ancora l’ok del Consiglio di Stato. Si attende ancora la nomina degli organi dell’agenzia (comitato direttivo e collegio dei revisori), che affianchino il direttore, Alfredo Principio Mortellaro, nominato a gennaio.