• 19 Aprile 2024 20:26

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Recovery plan, più soldi alla sanità e spinta sui cantieri: le carte per convincere Renzi. Con il bilancio Ue le risorse arrivano a 310 miliardi

Gen 12, 2021

MILANO – Con in mano la nuova bozza del Recovery plan italiano e in vista del Consiglio dei ministri di questa sera – decisivo non solo per licenziare il Piano della ripartenza, ma per la sopravvivenza o meno dell’esecutivo – la madre delle questioni è se la sintesi prodotta dal Tesoro sia in grado di tenere insieme i pezzi della maggioranza. E in particolare se i renziani di Italia Viva giudicheranno sufficienti i ritocchi operati al piano: il leader ha dato il placet all’approvazione, ma non è detto che questo esclusa una mossa letale per l’esecutivo.

D’altra parte, nelle ultime settimane di lavoro frenetico sul Recovery l’ex premier ha incassato alcune concessioni importanti. A cominciare dal ‘sacrificio’ della fondazione degli 007 per la cybersicurezza che a più riprese, fin dalla Manovra, Palazzo Chigi puntava a lanciare ma con la contrarietà di Iv, servizi e altri ancora. Un punto simbolico importante perché ha portato il premier Conte a un passo indietro.

Non è stato l’unico capitolo in discussione. “Ricordo che abbiamo scongiurato l’approvazione in Consiglio dei ministri di un progetto senza alcuna strategia e visione, gestito da una task force che avrebbe di fatto commissariato la politica”, rimarca ancora oggi il senatore di Iv, Davide Faraone. “Invece serve la politica, non il populismo, lo abbiamo visto con il lavoro fatto su questo testo, che stiamo valutando ma che certamente è cambiato profondamente: i titoli sono migliorati, ora bisogna esaminare i progetti”.

La partita con i renziani: più soldi alla sanità

Tra i progetti, appunto, l’attenzione corre subito al tema sanitario. “Sul Recovery fund saremmo dovuti essere a settembre nella fase in cui siamo ora, ciò avrebbe consentito un coinvolgimento del Parlamento per arrivare preparati a fine aprile” il commento che, questa mattina, Luigi Marattin di Iv ha rilasciato a Skytg24. Quasi all’unisono con Maria Elena Boschi, Marattin ha riaperto la polemica con i colleghi di maggioranza del M5s: “Non è normale – ha spiegato in televisione – che il Ministro degli Esteri continui in queste ore a dichiarare che lo strumento europeo che presenta condizionalità è il Mes sanitario. Non è vero”. E ha aggiunto Boschi, su Twitter: “Anche oggi Polemiche su di me. Italia Viva ha chiesto al governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi”.

Commenti che centrano un altro grande punto di frizione tra Iv e la componente grillina del governo: la richiesta del prestito Mes per finanziare lasanità. Solo poche ore fa, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, tentato dallo strappo indicava la via: “Iv attende risposte sul Mes, sulle infrastrutture, su Autostrade. Il premier si dia una mossa”.

Se di meccanismo di stabilità non se ne parla per il veto grillino, alla voce della salute il Recovery concede però a Iv un importante potenziamento delle risorse. E’ stato il ministro Speranza ad annunciarlo ieri (“In Consiglio dei ministri arriva il Recovery fund. Per la sanità si passa da 9 a 18 miliardi”, ha scritto sui social) e nel documento si va anche oltre la sua indicazione: per la precisione si tratta di 19,72 miliardi, 11,82 miliardi per ‘Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria’ e 7,90 per ‘Assistenza di prossimità e telemedicina’.

Cantieri, agricoltura, famiglia: tra fondi Ue e bilancio, 310 miliardi

Renzi chiedeva anche uno scatto sui cantieri e sui mezzi di trasporto metropolitani sostenibili in un piano chiamato “Ciao” che teneva insieme Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità. Nel nuovo documento le sue richieste sembrano ascoltate: il Recovery mobilita 222,9 miliardi di euro. Una cifra superiore a quella del solo piano Next Generation Eu (209 miliardi), perché rimpolpata dai 20 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione che il governo è riuscito a “coordinare” con la dotazione europea. E probabilmente non a caso li ha postati per “nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno”.

Solo sui cantieri, con il Recovery si parla di 50 miliardi da mettere in pista che dovrebbero accontentare le richieste di Iv. Gli ultimi ritocchi potenziano, poi, le risorse per alta velocità, banda larga, cablaggio delle scuole e case di comunità.

Tra le singole voci c’è il richiamo all’agricoltura, cara alla ministra Bellanova che guida all’interno del governo le posizioni di pungolo di Italia Viva. Difficile scorporare la cifra in un capitolo che parla anche di fonti energetiche come l’idrogeno, che ammonta in totale a 6,3 miliardi, a dire il vero gli stessi previsti nella prima bozza. Ma il piano prevede comunque di “rendere la filiera agroalimentare sostenibile, preservandone la competitività. Implementare pienamente il paradigma dell’economia circolare”. Altrettanto importante per Italia Viva anche il capitolo famiglia che compare con oltre 30 miliardi della programmazione di bilancio al 2026, volti a finanziare l’assegno unico a partire da quest’anno.

Rimane tutta da sciogliere invece la questione della governance. Nel testo solo poche righe. “Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano, – si legge – presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”.

Se si guarda alle tabelle allegate al documento ancora in attesa della sua ufficializzazione, se al Next Generation Eu si aggiungono i fondi strutturali, quello europeo di sviluppo regionale e la programmazione del bilancio 2021-2026 la torta diventa di 310,6 miliardi di euro.

Il Superbonus al 110% e il nuovo calendario

Tra le pagine del Recovery plan, dunque, trova spazio la componente “efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” con due linee progettuali: la realizzazione di un programma di Efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie. E l’incentivazione della riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato: proprio il Superbonus 110%. Nel complesso la voce vale 29,35 miliardi (qualche centinaio di milioni in meno rispetto alle indicazioni della precedente bozza) e nello specifico il programma dedicato all’Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica conta su 18,51 miliardi, 10,26 dei quali già in essere.

Nel documento si ricorda – ripercorrendo le ultime modifiche arrivate con la legge di Bilancio – che “la misura si applica alle spese sostenute fino al 30 giugno 2022 (31 dicembre 2022 per gli IACP, le case popolari ndr)”. Ma già la Manovra prevede una ulteriore finestra: “Può essere applicata per ulteriori sei mesi nei casi di lavori effettuati da condomìni e IACP quando siano stati effettuati almeno il 60% dei lavori prima del termine di scadenza della misura”. Con il Recovery plan viene meno quest’ultima condizionalità: “Al fine di dare maggiore tempo per gli interventi più complessi, si prevede di allungare l’applicazione della misura (i) per gli IACP al 30 giugno 2023; e (ii) per i condomìni fino al 31 dicembre 2022, a prescindere dalla realizzazione di almeno il 60% dei lavori. L’obiettivo è di aumentare in modo sostanziale il risparmio annuale generato dagli interventi di riqualificazione energetica. In termini di superficie sottoposta a riqualificazione energetica e sismica, si stimano circa 3 milioni di metri quadri riqualificati per anno, corrispondenti a circa l’1% della superficie complessivamente occupata da edifici residenziali. Questo intervento beneficia di risorse complementari per 6 miliardi e 200 milioni dagli stanziamenti della Legge di Bilancio”.

SUPERBONUS 110%, tutte le domande e risposte dell’esperto di Repubblica

Superbonus 110%: lavori in crescita, interventi per oltre 200 milioni

Proprio ieri, era stato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a dare un aggiornamento sui lavori del Superbonus confermando “la crescita esponenziale” della misura. Su Facebook ha scritto: “Nelle ultime due settimane di dicembre sono stati registrati altri mille interventi per ulteriori 100 milioni di crediti d’imposta prenotati. Il totale sale dunque a circa 1700 interventi per oltre 200 milioni di euro”. Tra i dati forniti, “si conferma anche il fatto che in tutte le Regioni d’Italia si stiano diffondendo cantieri 110%, con al momento in testa la Puglia. Il Superbonus è stato ulteriormente migliorato e prolungato grazie al lavoro fatto in Parlamento da tutte le forze di maggioranza: il Paese e i cittadini possono ora contare su una misura duratura nel tempo”, ha scritto Patuanelli auspicando di renderlo una misura “pluriennale”. Per ora, rispetto alla legge di Bilancio, gli orizzonti non cambiano di molto.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close