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Recovery fund, governo al lavoro su piano e governance: una cabina di regia per recuperare i ritardi

Nov 27, 2020
ROMA. “Siamo lavorando su due elementi: il piano e la governance. Il piano sarà inviato a breve in Parlamento e prevediamo di costituire una cabina di regia piuttosto complessa imperniata su un doppio livello, uno politico e uno tecnico”. Così il ministro degli Affari Europei, Enzo Amendola, rilancia dopo i rilievi degli ultimi giorni sui ritardi del Recovery Plan.

L’intesa c’è: nei primi giorni di dicembre si avvierà la procedura per costituire la cabina di regia, con struttura dedicata e dotazione di tecnici, che dovrà curare la governance esecutiva del Recovery e Resilience Facility, il dispositivo che riserva all’Italia 209 miliardi tra sussidi e prestiti da impegnare soprattutto in green e digitalizzazione. “E’ uno schema, quello a due livelli, che stanno mettendo in campo anche gli altri paesi europei”, aggiunge Amendola. Il ministro per gli Affari europei ci tiene inoltre a sottolineare che in questi giorni sono in corso “fitte interlocuzioni con la Commissione a proposito delle linee guida e dei capitoli principali del piano” in vista della imminente presentazione del cronoprogramma.

Solo in una zona laterale rispetto all’intera struttura del Recovery ci sarà il Cup (codice unico di progetto) destinato al monitoraggio della costruzione di opere pubbliche e alla loro implementazione finanziaria. L’organismo previsto dall’articolo 41 del decreto Semplificazioni, è stato varato ufficialmente ieri dal Cipe, e farà capo al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco (M5S). Tuttavia, come fanno osservare fonti di governo, non avrà punti di contatto operativi con la nuova cabina di regia del Recovery plan.

La governance del Recovery plan è stata invece oggetto ieri di interlocuzioni all’interno della maggioranza e del presidente del Consiglio Conte: la strada, che ormai sembra condivisa, si conferma quella di una cabina di regia e dell’accelerazione della consegna del piano in Parlamento. Lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri, che ha incontrato ieri a Roma il collega francese Bruno Le Maire, ha insistito sulla “sinergia con la Francia per l’implementazione del Recovery”. Come è noto anche dall’Europa giungono pressioni perché l’Italia faccia presto: dopo i mugugni della Commissione europea ieri le “minute” del board della Bce hanno confermato la preoccupazione di Francoforte, espressa già alcune settimane fa, che il Recovery “sia operativo senza ritardi”. La Bei, con il vicepresidente Dario Scannapieco, invita l’Italia alla “discontinuità con il passato”. Mentre l’Assonime propone la figura di un ministro ad hoc per la gestione dell’intero dossier.

Tornando al dispositivo della cabina di regia, la cui istituzione è stata oggetto di richieste anche dalla Commissione europea, avrà il compito di controllare tutte le fasi di sviluppo del Recovery Plan, dalla selezione dei progetti, all’attivazione, al monitoraggio e del decollo operativo. La raccolta dei grant e dei loan invece avverrà attraverso la Ragioneria generale che gestirà e custodirà gli appositi fondi introdotti con la legge di Bilancio dove affluiranno le risorse europee.

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