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Recensione Aqua Moto Racing Utopia, acque torbide

Dic 15, 2017

Aqua Moto Racing Utopia

Le moto d’acqua tornano a solcare la cresta dell’onda in quel di Nintendo. Una lieve increspatura che si infrange su una costa irta di scogli, eppure un richiamo più che sufficiente per alcuni appassionati. Quelle sono lacrime o schizzi d’acqua?

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Moto d’acqua su una console Nintendo? È forse lui!? No, ma ci abbiamo sperato. Dopo Blue Storm, la casa di Kyoto ha ben pensato che il mondo non avesse più bisogno di Wave Race e da allora (ben 16 anni!) siamo rimasti a bocca asciutta.

Aqua Moto Racing Utopia è qui proprio per solleticare quella voglia sopita di slalom tra le onde e folli acrobazie tra un cavallone e l’altro. Il titolo BigBen e Zordix AB è già disponibile da tempo su PC e PS4, ma questa sua incarnazione per Nintendo Switch può vantare qualche gingillo extra.

Non è la prima volta che il brand fa una capata sulle piattaforme Nintendo. Qualcuno si ricorda di Aqua Moto Racing 3D, uscito alcuni anni fa su 3DS? Al tempo Zordix non riuscì a coniugare una formula di gioco tascabile con un’esperienza “da console” (la serie getta radici su mobile dopotutto), proponendo un titolo funzionale ma troppo esile e poco ottimizzato per il nuovo ambiente di gioco.

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Utopia è un progetto decisamente più ambizioso, realizzato con maggior cura e più robusto dal punto di vista dei contenuti. Possiamo dunque guardare oltre le lacune del passato? Ci troviamo forse innanzi al degno erede di Wave Race? Scopriamolo.

Le corse tra acquascooter si svolgono in modo un pelo differente rispetto alle classiche competizioni su asfalto o sterrato: non avendo a disposizione una vera e propria pista (per ovvie ragioni), i tracciati che poggiano sugli specchi d’acqua sono delineati da delle particolari boe, che indicano da quale lato i corridori dovranno oltrepassarle; sulla sinistra se gialle, sulla destra se rosse, creando così una sorta di circuito immaginario. Non conta l’approccio, l’importante è seguire l’ordine corretto, pena la squalifica. In Utopia ad esempio bastano 3 errori per perdere una gara.

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Nel titolo troviamo 3 modalità, disputate da 2 categorie di moto d’acqua: le gare tra runabout, veloci e massicce, e quelle tra jet ski, agili e scattanti, caratteristica che torna poi utile per esibirsi nelle prove di Freestyle, incentrate sulle acrobazie, per un totale di 15 campionati distribuiti lungo una quarantina di tracciati su 10 location. Arrivando almeno terzi in un evento si sblocca quello successivo, mentre con i crediti guadagnati è possibile acquistare nuovi acquascooter (a dozzine, ognuno con le proprie statistiche).

Le ambientazioni sono piuttosto variegate, tra isole tropicali, paludi, foreste pluviali, stadi allagati, porti abbandonati e altro ancora, ma gli sviluppatori non sono riusciti a valorizzarle appieno: gli spalti sono vuoti, non c’è segno di vita e il level design anonimo non fa che sottolinearlo, rovinando un quadro altrimenti molto suggestivo.

Rampe, scorciatoie e occasionalmente ostacoli movimentano l’esperienza, tuttavia finiscono per diventare una seccatura anziché offrire nuovi spunti per affrontare il percorso. Zordix ha provato a fare il verso a Wave Race, ma non gli è riuscito molto bene; le idee ci sono, il problema è un altro.

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Il modello guida è arcade al punto giusto e i controlli sono abbastanza intuitivi: dorsale destro per accelerare, analogico sinistro per sterzare, dorsale sinistro per eseguire curve più strette, analogico destro per le acrobazie (quasi una trentina sulla carta), B per il turbo, cumulabile aggirando le boe da vicino o compiendo trick tra un sorpasso e l’altro.

I veicoli non sono reattivi come vorremmo (se ne va troppa velocità in virata), ma nel complesso funziona… finché si viaggia da soli e il mare è calmo. Il team svedese purtroppo ha sbagliato la componente più importante di una produzione del genere: il motore fisico. L’acqua in Aqua Moto Racing Utopia ha l’aspetto e la consistenza della gelatina: le moto non vi sfrecciano sopra, ci si letteralmente schiantano contro per poi rimbalzare via.

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Nei tracciati più burrascosi il rinculo è tale da causare un effetto “pallonetto” a dir poco ridicolo (provocando la perdita di secondi preziosi e della traiettoria ideale in vista della successiva boa). Poiché inoltre il moto delle onde è statico, avremo circuiti completamente piatti (in tutti i sensi) e altri in cui ci si azzuffa continuamente con gli stessi flutti reiterati a oltranza, contrariamente al buon vecchio Wave Race, dove la marea mutava di giro in giro, di curva in curva addirittura, assecondando oppure ostacolando il giocatore, garantendo così un’esperienza cangiante e divertente. Qui invece ci sono troppi alti e bassi (di nuovo, in tutti i sensi) per apprezzare appieno il pacchetto.

Non parliamo poi delle collisioni. Avete presente le somme tra vettori? Sembra essere il principio adottato da Zordix per gestire gli urti tra gli elementi in campo (altri acquascooter, trampolini, oggetti dello scenario… non fa differenza) e i risultati sono un tantino grossolani. Il mezzo del giocatore pare non avere peso proprio e viene sballottato a destra e a manca. Le prime battute di ogni gara si rivelano in particolar modo sofferte, a causa dell’IA che non vede oltre il proprio naso e tira dritto per la sua strada, abbattendo qualunque cosa sul suo cammino.

Imboccare una rampa come si deve è un’impresa titanica, le acrobazie a pelo d’acqua vengono vanificate dalla benché minima increspatura della superficie e nei passaggi stretti ci si sente come una biglia in un flipper; si perde fin troppo facilmente il controllo della situazione. Se non altro i voli che fa il povero pilota sono esilaranti.

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Pur considerando tutte le lacune del caso (vuoi anche per “fedeltà” alla causa), Aqua Moto Racing Utopia riesce a intrattenere nelle circa 5-6 ore necessarie ad arraffare tutte le medaglie d’oro. Gli avversari tutt’altro che competitivi e il modello di guida poco appagante minano la rigiocabilità, tuttavia le tante moto d’acqua da sbloccare e la caccia ai record potrebbero spronarvi a un paio di sessioni extra, magari in trasferta (Utopia si presta bene a brevi partite in treno o in bus). Inoltre c’è il multiplayer locale in split-screen per un massimo di 4 giocatori: come modalità lascia il tempo che trova (Switch offre molto di meglio per divertirsi con gli amici), anche se i minigiochi sono abbastanza chiassosi da stampare un sorriso o due, soprattutto la contesa delle paperelle di gomma, che fa tanto Mario Kart.

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Sul versante tecnico ci siamo già espressi per quanto concerne la realizzazione dei fluidi, per il resto ci troviamo innanzi a un’opera dal taglio assai grezzo: modelli, animazioni, effetti atmosferici, la veste grafica non impressiona di certo, ma svolge il suo compito. Le performance sulla console Nintendo sono piuttosto solide, con qualche incertezza sotto la pioggia battente o nei tratti più affollati, nulla che comprometta ulteriormente la già claudicante esperienza. Anonima la colonna sonora, deludenti gli effetti sonori, adorabili le voci monocorde dei cronisti.

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La promessa di rivivere un glorioso passato, accompagnata da un’ottima base di partenza purtroppo menomata dal lavoro di un team ancora inesperto. Lo avremmo apprezzato come un modesto arcade a buon mercato sull’eShop per stuzzicare i fan del genere, ma a 35 sacchi!? Nossignore. Troppe falle per giustificare un esborso simile. Ecco, ora mi tocca pure riaccendere il Nintendo 64: la nostalgia incombe…

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