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Ragazzina violentata a Salerno, insulti sul web, ma anche tanta solidarietà

Giu 29, 2016

l sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, che è anche presidente della Provincia di Salerno, è andato a esprimere la sua solidarietà alla sedicenne vittima di violenza insieme con la presidente del consiglio comunale di Sarno, Maria Rosaria Aliberti.

Anche se San Valentino propende per i suoi concittadini che ieri sono sfilati davanti al giudice dell’udienza di convalida Maria Rosaria Minutolo.

Il giudice si è riservato: oggi dovrà ascoltare l’ultimo indagato, il cui avvocato aveva avuto un impedimento. Per lo stupro di gruppo del piccolo centro dell’agro nocerino-sarnese ieri al Tribunale dei Minorenni di Salerno sono stati convocati i fermati e i loro familiari. La madre di uno di loro ha avuto un malore e al suo posto all’udienza ha dovuto presenziare il marito. Per altri, i figli «sono dei babbei». La zia di uno dei cinque, S. M., ha dichiarato: «Mio nipote non voleva fare del male a quella ragazza». Uno figlio di commerciante, uno di un camionista, un altro di genitori separati, e il padre fuori dall’aula per questo recriminava, attribuendo alla situazione familiare l’accaduto.

Gli interrogatori continueranno oggi. Il racconto dei minori più o meno coincide: due di loro, V. S. e S. M. conoscevano D. D., la sedicenne di Sarno con la quale V. S. aveva avuto una storia mesi addietro. Non avevano appuntamento, D. frequentava San Valentino dove vedeva degli amici. V. S. e R. R. (a settembre maggiorenne) l’hanno avvistata nella piazza del paese, un punto di aggregazione per tutti e cinque e per gli altri ragazzi della zona. Lei era seduta sul muretto del supermercato che confina con il parcheggio sottoposto di qualche metro . «Perché non scendiamo?», chiedono i due, lei – secondo il racconto dei ragazzi – si sarebbe opposta, ma alla fine è finita nel parcheggio con loro. L’hanno costretta a fare sesso tenendola ferma mentre lei voleva sottrarsi e fuggire. Alla

fine hanno detto al giudice che sono arrivati gli altri tre, i sedicenni S.M., F.M. e A.D. Forse chiamati da un sms o un whatsapp inviato dai primi due, i quali però sarebbero andati via e dicono di non sapere che cosa sia accaduto nel sotterraneo perché non hanno assistito alla scena. Nessuno è andato in soccorso della sedicenne, che ha anche gridato, nel lasso di tempo di un’ora, durante il quale è rimasta sola con i cinque.

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