Atlus regala ancora un’intensa emozione dal sapore di amarcord con l’uscita di Persona 5 Royal su console PS4. Ben 4 generazioni e mezzo di console Sony hanno ospitato questa saga che inizia la sua avventura come spin-off della serie JRPG intitolata Megami Tensei. Un genere, quello dei JRPG, che sta scomparendo progressivamente, divorato dagli ARPG. La richiesta di action e di dinamismo sono sempre più frequenti e la poesia e la bellezza di un racconto rappresentano un ricordo di un lontano passato videoludico. Persona 5 Royal può rappresentare quell’eccezione che “conferma la regola”, o meglio, la inverte. Il suo saper coniugare più livelli di gameplay in un solo videogioco, apre una finestra importante verso un genere che urlava aiuto e che ora è (ri)conosciuto da tutto il mondo.

Atlus non effettua una rimasterizzazione o un remake del suo capolavoro. Si limita a tradurlo completamente in italiano, lasciando l’audio in inglese o in giapponese, inserisce dei nuovi personaggi e abilità e due inediti finali. La localizzazione è la vera ciliegina sulla torta. Tutti coloro che, nel 2016, giocarono alla versione originale troveranno di loro gradimento questo ritorno, anche se il vero obiettivo di Atlus non sono loro. La software house giapponese punta alle nuove leve di gamer quelli che sono cresciuti con gli ARPG e non sanno che un videogioco può essere “arte e poesia”. Ripercorriamo, quindi, le avventure di Joker e della banda di ladri Phantom Thieves, alla scoperta di un mondo che vive a cavallo tra più realtà. Molti significati e tanta filosofia si celano dietro alla storia e al meta del gioco, che, a distanza di quattro anni dalla sua uscita, ancora riesce a sorprendere. In fondo, la vera di magia della saga di Persona è anche questa. Quella che possiamo, ormai, definire old-gen, non si poteva concludere meglio di così. Ci vediamo su PS5.