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Prato, Renzi a Raggi dopo il no alle Olimpiadi: “Non si fermano le grandi opere ma i ladri”

Set 24, 2016

“Non si fermano le grandi opere, si fermano i ladri. Se invece dici ‘no’ e hai paura, preferisci non metterci la faccia, hai sbagliato mestiere”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi da Prato, dove sta tenendo un comizio sul sì al referendum, si rivolge alla sindaca di Roma Virginia Raggi dopo il no alle Olimpiadi 2024 nella Capitale: “Il fatto di dire che non si fanno le Olimpiadi per timore della corruzione, è un’incredibile ammissione di incapacità da parte della dirigenza di quella città – dice il premier – le Olimpiadi non sono domani mattina. E se tu hai davanti otto anni, se hai un minimo di credibilità e autorevolezza, tu i ladri li cacci”. Renzi continua: “L’immagine del ‘no’ alle Olimpiadi è la straordinaria metafora di cosa significa l’Italia del ‘no’. Spero che i consiglieri comunali abbiano un sussulto di riflessione. Mi piange il cuore per i posti di lavoro persi”. Dopo la rinuncia di Roma “Los Angeles e Parigi son due giorni che festeggiano”, ha detto Renzi. “C’è chi sta alla finestra e chi sta nell’arena: è questa la differenza tra la politica e il bar dello sport…”, ha ironizzato il premier.

Prima aveva parlato anche di Europa. “L’Italia non avrebbe mai accettato di essere compartecipe di un disegno al ribasso, di vivacchiare, l’Italia non potrà mai accettare che la Ue sia solo un luogo di burocrazia”, ha detto Renzi oggi in Toscana per un doppio blitz. Prima a Prato dove ha visitato il Centro Luigi Pecci, museo di arte contemporanea che sarà riaperto il 16 ottobre dopo un intervento di restauro durato tre anni per poi dirigersi al Teatro Metastasio per l’iniziativa sul referendum. E dopo a Firenze. “Le regole le devono rispettare tutti anche chi come la Germania ha un surplus, che se investito avrebbe dato una mano – ha detto Renzi riferendosi ai rapporti nell’Unione Europea – E’ finita l’epoca degli egoismi, tutti. Se pensano di intimorire me, hanno sbagliato persona e se pensano di intimorire l’Italia non sanno cosa sia l’Italia”.


E dopo a Firenze per la cerimonia di inaugurazione, alle 11, della nuova

sede della Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri con intitolazione della caserma al Maresciallo Maggiore M.O.V.M. “alla memoria” Felice Maritano. Il sottufficiale, originario della provincia di Torino, fu ucciso a Robbiano di Mediglia (Milano) il 15 ottobre 1974, nel tentativo di arrestare il componente di una nucleo armato eversivo. Nella nuova Scuola, in località Firenze-Castello, si svolgeranno i corsi triennali che formeranno i futuri marescialli dell’Arma.

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