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Piano straordinario di assunzioni per innovare la PA, ecco la legge

Dic 12, 2017

Cinquanta milioni di euro per un piano straordinario di assunzioni di dirigenti esperti di digitale, nella pubblica amministrazione. E così risparmiare miliardi di euro di fondi pubblici.

È il senso di un emendamento dichiarato ammissibile, ieri notte alle 23, nella Legge di Bilancio 2018, che il Governo chiuderà a dicembre. Nella stessa giornata di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il Correttivo al Codice dell’Amministrazione digitale, che ci porterà tra l’altro il domicilio digitale a tutti i cittadini. Novità che però, come altre in arrivo per una nuova cittadinanza digitale, avrà appunto bisogno di più valide competenze pubbliche per attuarsi.

L’alternativa è il flop di tutte le misure che gli ultimi Governi hanno provato a lanciare per svecchiare la macchina pubblica italiana, renderla più efficiente e più amichevole per il cittadino.

Gli autori dell’emendamento sono un gruppo di parlamentari che si sono distinti nello sforzo di innovare la pubblica amministrazione italiana e da un anno membri della commissione d’inchiesta sugli sprechi informatici della PA.

La commissione ha evidenziato a lungo nel 2017 i numerosi paradossi che hanno causato sia sprechi sia innovazioni mancate all’interno della PA italiana; di qui la decisione di proseguire il lavoro anche nel 2018 (fino alla scadenza della legislatura). Ma da tanto lavoro è emersa anche una consapevolezza sulle cause profonde di tanti problemi: nella PA italiana – che ha l’età media più avanzata in Europa – mancano le competenze necessarie per adottare l’innovazione. Il blocco delle assunzioni pubbliche ha pesato sulle ambizioni di cambiamento, riflesse nei grandi progetti di trasformazione digitale a firma dell’Agenzia per l’Italia Digitale e il Team Digitale di Diego Piacentini, commissario all’Agenda Digitale presso la presidenza del Consiglio. Le norme già impongono un responsabile del digitale in ogni ente pubblico, ma la commissione d’inchiesta ha scoperto dapprima che solo pochi si erano adeguati; dopo, su pressione della stessa commissione, alcuni si sono affrettati a nominare dirigenti qualsiasi, privi dei titoli di studio adeguati al ruolo.

Di qui l’idea di una soluzione necessaria, per uscire dall’impasse: un piano straordinario di assunzioni, con 50 milioni di euro, “che ci faranno risparmiare miliardi”, dice Paolo Coppola (PD), presidente della commissione. “Secondo l’osservatorio del Politecnico di Milano se si digitalizzasse la Sanità si otterrebbero 7,5 miliardi di risparmi, ed è un solo settore. Se si estendesse la trasformazione agli altri settori pubblici, non sarebbe difficile arrivare a decine di miliardi”.

“Non si può pensare di continuare a buttare miliardi di euro solo perché non si riesce a trovare poche decine di milioni da investire in capitale umano”, continua Coppola. “Nella trasformazione digitale le competenze sono il primo passo. Imprescindibile. Andava fatto un quarto di secolo fa. Continuare a rimandare sarebbe folle. La commissione d’inchiesta è stata chiarissima sul fatto che mancano le competenze e che a causa di questa mancanza non solo la spesa non è efficiente, ma nemmeno efficace. So che esistono varie urgenze che devono trovare copertura in legge di bilancio, ma non penso che ce ne siano molte altre di un livello strategico così alto”.

Anche altri sono arrivati alla conclusione che siano le deboli competenze della PA dei principali ostacoli (se non il principale) ostacolo all’innovazione.

Lo denuncia l’ultimo rapporto degli osservatori del Politecnico ed è un problema penalizzante soprattutto per le gare con cui la PA acquista (o dovrebbe acquistare) innovazione.

Anche altri sono arrivati alla conclusione che siano le deboli competenze della PA dei principali ostacoli (se non il principale) ostacolo all’innovazione.

Lo denuncia anche l’ultimo rapporto degli osservatori del Politecnico ed è un problema penalizzante soprattutto per le gare con cui la PA acquista (o dovrebbe acquistare) innovazione.

Da oggi comincia l’iter per l’eventuale approvazione dell’emendamento, che finora è riuscito perlomeno a superare la tagliola con cui il Governo ha già scremato molti degli emendamenti in Legge di Bilancio.

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