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Perugia, le accuse dei pm: “Nomine condizionate da interessi privatistici e logiche clientelari politiche”

Apr 15, 2019

Foto e video che documentano lo scambio delle prove scritte. Le rivelano per mandare avanti questo o quel canditato raccomandato “dalla classe politica locale”, cioè da esponenti del Pd regionale. Una “metodica consolidata”, un sistema iniziato ormai tempo fa: i pm della procura di Perugia sono certi di aver colto con le loro indagini “lo spaccato di un sistema che va avanti da anni, dove ognuno sa cosa fare e il fine che ciascuna procedura deve raggiungere”. La richiesta di misura cautelare avanzata al giudice per le indagini preliminari rimette insieme tutti i pezzi dell’inchiesta sugli undici concorsi della sanità truccati, dove i vertici dell’azienda ospedaliera di Perugia e la politica, cioè il segretario Pd Bocci, ma anche la giunta, cioè l’assessore alla Salute Luca Barberini e secondo gli investigatori anche la governatrice Catiuscia Marini (che è indagata), determinano i risultati delle selezioni per favorire gli amici. Del resto “l’obiettivo non è quello di individuare i più capaci a rivestire l’incarico pubblico, ma quello di ottenere di una sorta di equilibrio tra diverse sollecitazione provenienti, il più delle volte, da importanti esponenti politici della maggioranza regionale”.

Le intercettazioni giudicate interessanti, soprattutto quelle ambientali, sono tantissime ogni giorno e i massimi vertici dell’azienda ospedaliera “sembrano dediti quasi esclusivamente a svolgere tale attività manipolatrice di procedure”.

Qualche esempio: Duca parlando con la sua segretaria all’azienda ospedaliera e illustrandole “l’imminente proposta di riorganizzazione delle unità operative, in cui la struttura della Tesoro (anestesista che arriva seconda al concorso per primario e che a sua volta è indagata per la selezione dei medici del reparto ndr) diventa dipartimentale, specificando “…questo non è perché c’ho un debito ehh…. io c’ho parlato chiaro come erano le situazioni, l’importante che non parla più nessun di questa roba…”, poi Duca riporta una conversazione che ha avuto con la presidente della Regione Marini a proposito di Fabio Gori, (il candidato che vince): ad ulteriore conferma delle pressioni ricevute per la sua nomina: “Ho detto “ma Catiù… di che cazzo parlate …voi ancora continuate ad usare gli stessi strumenti, non v’è bastato?” no, ma non è che gli ho detto così… ma guarda, questo non è nuovo, questo è “lavato con Perlana”, è uno che nasce di qui, viene dall’ambiente di qui e a 49 anni l’hanno portato a fare il primario 10 anni di Primariato… che volevamo fa’?? volemo fa’ le carte false?? in galera ci andasse qualcun altro, io non ci vado… [OMISSIS] anche se…. poteva meritare la TESORO nella stessa maniera… poi anche lei c’ha pregi e difetti come tutti”.

La sanità pubblica perugina viene dipinta dalle intercettazioni come “un quadro avvilente di totale condizionamento agli interessi privatistici e alle logiche clientelari politiche”. La dirigenza sanitaria è totalmente asservita agli interessi di parte della locale classe politica. Il direttore generale dell’azienda, Emilio Duca, lo era ben consapevole dei rischi. “io posso ricevere un avviso di garanzia o essere arrestato per i concorsi e le gare – diceva – se io non mi occupo di queste due cose posso andare a spasso tutto il giorno”.

Il lavoro degli investigatori della Guardia di Finanza documenta, con foto, video e audio discussioni continue riguardanti i concorsi. “Io dopo fo un salto in consiglio”, dice Duca al suo direttore amministrativo Maurizio Valorosi. “Gli porto le domande sennò questo come fa?”. Sempre il direttore generale, rivolgendosi a Gabriella Carnio, componente di una commissione per un concorso di infermieri specifica: “I concorrenti di quella lista che ti avevo dato. Soprattutto quei 19 per il loro test ma anche quell’altro, hanno fatto tutti più o meno bene?”. Risposta: “Sì, li aiutiamo, facciamo i salti mortali”.

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