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Per la Cassazione Rackete ha rispettato il dovere di soccorso: la nave non è luogo sicuro

Feb 20, 2020

Ma per la Suprema corte il Gip, ha giustamente negato la convalida dell’arresto, in considerazione di una causa di giustificazione, se non certa, altamente probabile, come prevede la legge. E lo ha fatto con il supporto delle norme interne e internazionali, tutte ratificate dall’Italia: La Convenzione per la Salvaguardia della vita in mare, Solas – Safety of life at Sea, la Convenzione Sar di Amburgo e la Convenzione Unclos delle Nazioni unite sul diritto del mare stipulata a Montego Bay. Fonti pattizie in tema di soccorso in mare, alle quali si unisce, primo fra tutte, l’obbligo consuetudinario del soccorso in mare: una norma di diritto internazionale generalmente riconosciuta e dunque applicabile nell’ordinamento interno come previsto dalla Costituzione. Disposizioni conosciute e osservate da chi fa salvataggio in mare, ma anche dalla polizia marittima. Sono state questa a guidare il Gip nella decisione con la quale ha affermato che era ”verosimilmente” esistente una causa di giustificazione.

Il luogo sicuro secondo le linee guida Sar

L’attività di salvataggio non si era, infatti, conclusa con il recupero a bordo dei naufraghi. Secondo la Convenzione Sar, c’è l’obbligo, accessorio e conseguente, di sbarcarli in un luogo sicuro, il cosiddetto”place of safety”, determinato, per l’Italia, dall’autorità Sar in coordinamento con il ministero dell’Interno. Le linee guida sul trattamento delle persone soccorse in mare, allegate alla Convenzione Sar, chiariscono quale è un luogo sicuro. È quello in cui le operazioni di soccorso sono concluse; dove la sicurezza dei sopravvissuti non è più minacciata; le necessità umane primarie, dal cibo alle cure mediche, sono soddisfatte; e dove può essere organizzato il trasporto dei sopravvissuti nella destinazione vicina o finale. Nelle linee guida è anche chiarito che una nave che presta assistenza può essere considerata luogo sicuro solo temporaneamente: ma va sollevata dalla responsabilità appena possono essere adottate soluzioni alternative. La nozione di luogo sicuro – sottolinea la Corte – non può essere limitata alla sola protezione fisica ma va estesa al rispetto dei diritti fondamentali, compresa la possibilità di richiedere l’asilo.

La qualifica di nave da guerra

Infondato anche il motivo sulla qualifica di nave da guerra della motovedetta della Guardia di finanza. Caretteristica esclusa per più ragioni tra le quali il comando affidato ad un maresciallo delle Fiamme gialle e non ad un ufficiale della Marina militare.

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