• 18 Aprile 2024 19:30

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PC Engine Mini, lo abbiamo provato al TGS 2019

Set 17, 2019

La moda delle console “mini” sembra avere contagiato un po’ tutti nel corso degli ultimi 3 anni a seguito dell’enorme successo ottenuto da Nintendo con le riedizioni del NES e Super Nintendo. Ma cosa sono le “console mini”? Si tratta di copie in scala ridotta di console del passato, con tanto di pad originale ma con ingresso USB, uscita video HDMI e diversi giochi precaricati che sfruttando l’effetto nostalgia hanno fatto breccia nel cuore dei vecchi videogiocatori e non solo.

Come accennato, è stata Nintendo, come spesso accade quando si tratta di introdurre delle novità nel settore videoludico, a cominciare le danze: il Nintendo Classic Mini debutta in tutto il mondo a fine 2016 e nel giro di pochi mesi è un successo, tanto che in Giappone per mesi le unità che venivano distribuite settimanalmente andavano esaurite nell’arco di poche ore. A questo punto era abbastanza scontato vedere, l’anno successivo, il debutto del Super NES Classic Edition che, nonostante il numero minore di giochi disponibili (21 contro i 30 del NES), arrivò a vendere oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo.

Nintendo Classic Mini, versione NES
Nintendo Classic Mini NES ( PC Engine Mini )

È quindi ora che anche altre aziende si buttino nel mercato e a sorpresa è la SNK a fare il primo passo, con il Neo Geo Mini (uscito a giugno 2018), console che non ha le fattezze del Neo Geo ma bensì di un cabinato arcade, con tanto di stick, pulsanti e addirittura uno schermo da 3,5 pollici (ma può essere collegato al TV come tutte le altre mini console). Tocca quindi a Sony lanciare la Playstation Classic alla fine dello scorso anno e, sebbene annunciata a inizio 2018, è ormai imminiente l’arrivo del Megadrive Mini (in uscita tra la metà Settembre e l’inizio di Ottobre in tutto il mondo). Quando ormai sembrava tutto tranquillo, ecco che arriva a sorpresa l’annuncio di Konami nel giugno di quest’anno: anche il PC Engine vedrà il suo modello mini, in arrivo il 19 marzo 2020.

Il PC Engine è una console non molto conosciuta in occidente: distribuita regolarmente nel Nord America, non riuscì mai a far breccia nel mercato, chiusa tra i colossi Super Nintendo e Megadrive, mentre in Europa non venne nemmeno distribuita ufficialmente, se non pochissime copie nel Regno Unito e nei paesi francofoni tramite un’azienda esterna. In Giappone invece il PC Engine fu una macchina molto popolare tanto che eclissò il Megadrive e per alcuni anni tenne testa persino al Famicom (nome del NES in Giappone), non per niente le console più vendute negli anni 90 risultano essere: PS1, Super Nintendo, NES e… PC Engine, che appunto vendette più dei blasonati Saturn e Nintendo 64. Fu non solo la prima console ad utilizzare i supporti ottici, quando nel 1990 venne lanciata l’espansione e poi successivamente i modelli con lettore incorporato, ma anche la prima ad avere espansioni RAM (tramite le card) come avranno poi in seguito il Saturn e il Nintendo 64.

Rimasta sempre una console “di nicchia” anche a livello di retrogaming, il PC Engine ha però visto aumentare di molto la sua popolarità grazie al successo di un anime, High Score Girl, che appunto mostra diversi giochi della piccola console della Hudson/NEC e quindi Konami (che ha acquisto diversi anni fa la Hudson) ha deciso di cavalcare l’onda e lanciare la versione “mini” del PC Engine.


Distribuita globalmente in esclusiva su Amazon, il PC Engine Mini è prodotto in tre versioni: PC Engine Mini, bianco, per il Giappone, Coregrafx Mini, grigio, per l’Europa e Turbografx 16 Mini, nero, per il mercato del Nord America. Non ci sono solo differenze estetiche tra le varie versioni: la versione giapponese include un gioco in più delle altre (Tokimeki Memorial), mentre le versioni occidentali saranno distribuite con il pad che supporta l’autofire, mentre in Giappone viene venduto a parte.

La lista di giochi disponibili, 58 in Giappone e 57 in occidente, è la più ampia fin qui uscita, superando i 42 del Megadrive Mini e facendo sembrare i 20 del Super Nintendo Classic Edition davvero poca cosa. La line-up è sicuramente omogenea ma c’è un particolare che lascia sorpresi, i giochi in tutte le versioni sono sia occidentali che giapponesi, ovvero anche la versione europea contiene 32 titoli con testo giapponese mentre i restanti 25 sono in inglese. Non è un grosso problema considerato che buona parte di questi titoli sono action, platform e sparatutto 2D, ma Snatcher e Y’s giocati con gli ideogrammi sono evidentemente incomprensibili.

Detto questo e soffermandoci ora su quello che andremo a trovare dentro la console, la selezione è così ampia che finisce per incorporare, se non proprio tutti, la maggior parte dei titoli più famosi usciti su questa macchina, per non parlare del risparmio in termine monetario che si ottiene: Sapphire originale viaggia intorno ai 500-600 euro mentre Castlevania Rondo of Blood è sui 200, giusto per dire i due più cari.

PC Engine Mini Tokyo Game Show 2019 TGS prova



Se amate gli action passerete ore, giorni, forse pure mesi tra il già citato Castlevania, Ninja Gaiden, Splatterhouse, Ninja Spirit, Ghouls’n Ghosts e Cadash; gli appassionati di platform avranno di che divertirsi con Bonk’s Revenge, Parasol Stars e New Adventure Island; se avete diversi amici a disposizione con l’acquisto di un multitap è possibile giocare fino in cinque a Bomberman 93 e 94, ma sono soprattutto gli amanti degli sparatutto 2D (“shmup” in gergo videoludico) che troveranno nel PC Engine Mini la console perfetta: 20 titoli a disposizione, tra cui R-Type, ai tempi vera killer application, storici titoli Konami come Salamander ed i primi due Gradius, Super Darius, Air Zonk, i due Spriggan, fino ad arrivare a titoli che sul mercato dell’usato hanno quotazioni davvero pesanti: Lords of Thunder, Soldier Blade e Sapphire.

Veniamo ora al test che è stato possibile effettuare durante il Tokyo Game Show 2019, dove per la prima volta la console è stata mostrata e resa disponibile. Il PC Engine era già una console molto piccola (sta nel palmo di una mano) quindi la differenza non è poi così notevole. Dal menù principale è possibile visualizzare la lista di giochi disponibili, per passare tra i 25 occidentali e i 32 giapponesi occorre selezionare l’icona “PC Engine” in basso a destra. A livello di impostazioni sicuramente è da sottolineare la scelta di lingue disponibili: giapponese, inglese, francese, italiano, tedesco e spagnolo. Un altro aspetto su cui soffermarsi è la modalità di visualizzazione: schermo intero, 4:3, pixel perfect, modalità scanline e PC Engine GT, quest’ultima visualizza un frame esterno che mostra la scocca della versione portatile, ai tempi considerato il “Neo Geo” del settore (per via di prestazioni e soprattutto di prezzo). Ogni gioco ha a disposizione 4 slot per i salvataggi e si può salvare in qualsiasi istante, basta premere Select e Run per far comparire il menù principale e poi selezionare l’opzione di save.

I giochi non presentano grandi differenze con quelli originali, forse lievissimi cali di frame rate durante le azioni più concitate degli sparatutto 2D, ma niente che possa danneggiare la giocabilità. Essendoci quasi 60 giochi disponibili, sono coperti diversi generi e quindi il PC Engine Mini incontrerà i favori di un ampio pubblico.

PC Engine Mini Tokyo Game Show 2019 TGS prova

In generale il riscontro è stato positivo, il prezzo è più alto rispetto alla concorrenza (109 euro) ma bisogna anche dire che ha il doppio dei giochi del NES Classic Mini e quasi il triplo di quelli del Super Nintendo Classic Mini. A differenza delle due console Nintendo non c’è una grande differenza nei titoli disponibili tra le distribuzioni geografiche, anzi a ben guardare la versione europea è preferibile: un gioco in meno ma pad con funzioni turbo, mentre in Giappone il pad con l’autofire viene venduto separatamente. Se proprio devo citare un difetto non mi è piaciuta molto la modalità scanlines, più che altro perché risultano molto fitte e “oscurano” un po’ l’immagine, ma è quasi voler trovare il pelo nell’uovo…

Forse alla fine il più grosso problema del PC Engine Mini è come verrà distribuito, ovvero esclusivamente su Amazon. Non ho niente contro questa scelta, semplicemente non avere nei negozi la console penso riduca di una buona percentuale la fetta di possibili acquirenti, ma è una decisione che sicuramente Konami avrà ponderato o comunque avrà ferme ragioni per averla fatta.

In definitiva il PC Engine Mini risulta essere il miglior prodotto mostrato fin qui, tra rapporto prezzo e qualità, quantità e tipologia di giochi disponibili. Se non volete spendere centinaia di euro per avere un PC Engine Duo (la versione cd) dall’hardware fragilissimo o se non volete spendere altri centinaia di euro per avere il Supergrafx con cui giocare a Ghouls’n Ghosts e Aldynes, il PC Engine Mini è quello che fa per voi, altrettanto lo è per chi vuole avvicinarsi a questo mondo ancora un po’ sconosciuto in occidente ma che trasuda di quella “giapponesità” tipica dei giochi di inizio anni 90.

Potete prenotare il PC Engine Mini a questo indirizzo.

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