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Paura coronavirus, si annuncia un’altra giornata difficile per le Borse. Listini Ue in forte calo

Mar 23, 2020

MILANO – Ore 10:15. Si annuncia una ripresa di settimana ancora difficile per i mercati finanziari europei, dopo che le vendite hanno già colpito gli scambi asiatici: Francoforte perde il 4,3%, Milano cede il 3,8% dopo che all’inizio molti titoli non sono riusciti a far prezzo, Londra arretra del 4,3% e Parigi del 4,3 per cento. Su Piazza Affari soffre Cnh Industrial dopo le dimissioni del ceo, mentre Diasorin tiene meglio degli altri sull’aspettativa di un test per diagnosticare rapidamente il virus.

I future hanno toccato il limite di ribasso a Wall Street, nel giorno della migrazione degli scambi interamente sul formato elettronico, per evitare contatti tra trader nelle sale della Borsa di New York. Sale lo spread tra Btp e Bund tedeschi in apertura: il differenziale di rendimento risale a 200 punti base.

La diffusione sempre più ampia del coronavirus, soprattutto negli Stati Uniti, pesa sempre più sulle prospettive di crescita globali mentre emergono i primi dissensi (emersi nel fallimento di un voto procedurale al Senato) tra Democratici e Repubblicani su come indirizzare il maxi-piano fino a 2 mila dollari di aiuti che la Casa Bianca vuole mettere in campo per contrastare la recessione. Non hanno aiutato, nel fine settimana, le parole del presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, che a Bloomberg ha preannunciato la possibilità di vedere la disoccupazioe americana schizzare dal 3 al 30%, in vista di uno “shutdown” programmato delle attività economiche.

Airbus, Shell e Total: tagli agli investimenti

Continuano inoltre gli annunci di sospensione o revisione delle attività. Airbus, ad esempio, ha cancellato il dividendo 2019 e annullato le previsioni per l’anno in corso a causa della pandemia. Shell, la compagnia petrolifera, ha tagliato il monte investimenti previsto di 5 miliardi. Decisione simile dalla concorrente Total: forbici su piani per 3 miliardi.

Sul fronte valutairo, il dollaro continua a esser il riferimento in queste fasi di incertezza a danno delle divise dei mercati emergenti, che hanno segnato pesanti ribassi pregiudicando le sedute dei rispettivi mercati azionari. L’euro si rafforza comunque contro il biglietto verde, in particolare dopo l’impasse al Senato americano sul piano di stimoli. La moneta europea passa di mano a 1,0750 dollari e 118,90 yen. Dollaro/yen giù a 109,90. Biglietto verde va comunque vicino ai massimi da 11 anni sul kiwi neozelandese e e verso il top da 17 anni sul dollaro australiano.

Coronavirus, le previsioni su una recessione record in Europa

Nel pomeriggio si segnalano due appuntamenti comunitari importanti: una conference call tra i ministri finanziari dei 27 membri Ue per fare il punto sulle misure dell’emergenza e la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, il primo dato ufficiale che darà una misura del contraccolpo economico della pandemia. A guardare dal consensus tra economisti di Bloomberg, è meglio prepararsi al peggio: con una stima (per ora) di un primo trimestre con Pil a -3%, seguito da un -2,4% nel secondo periodo dell’anno, siamo in carreggiata per la peggior performance di sempre dell’Eurozona.

Borse asiatiche: tiene Tokyo, male le altre

Sui listini asiatici domina il rosso, ad eccezione della Borsa di Tokyo che è salito del 2,02%, per la possibilità che le Olimpiadi in Giappone non siano cancellate ma solo rinviate. Balzo di SoftBank, che ha avviato un piano miliardario di dismissioni. Più in generale è l’impatto del coronavirus a far paura, con circa un miliardo di persone a casa, le attività non essenziali chiuse in decine di Paesi e i morti che a livello globale hanno raggiunto le 14.300 unità. Le azioni alle Borse cinesi hanno chiuso in ribasso: Shanghai del 3,11%, Shenzhen del 4,52%. Ancora pesantissima Seul, che ha perso il 5,34 per cento.

Tra le materie prime, continua la debolezza del petrolio: sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti avanzano di 9 cent a 22,72 dollari e quelli sul Brent cedono di 96 cent a 26,02 dollari al barile.

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