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Parlamento approva risoluzione di maggioranza. “Mantenere la logica di pacchetto, no a restrizioni sui titoli di Stato”

Dic 11, 2019

MILANO – No a meccanismi automatici di ristrutturazione del debito, nessuna restrizione sul possesso di titoli di Stato da parte delle banche e massimo coinvolgimento delle Camere in tutte le fasi future dei negoziato. Sono alcuni dei punti dell’intesa trovata tra i partiti della Maggioranza nella risoluzione sulla riforma del Mes, il Meccanisimo Europeo di Stabilità, che verrà sottoposta oggi al voto in Senato.

Il principio cardine dell’accordo ruota intorno, come ribadito in molte occasioni dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla cosiddetta “logica di pacchetto”. Il governo cioè intende dare il via libera alla riforma del Mes a patto che nel confronto con i partner europei si avanzi anche su altri dossier nella direzione auspicata dal nostro Paese.


“Sì a introduzione di assicurazione sui depositi”

L’invito è mettere sul tavolo della negoziazione europea “l’introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (EDIS), di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto commonsafe asset – ad esempio eurobond) e di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito”.

IL TESTO DELLA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA


“Parlamento sia coinvolto in tutti i passaggi”

La maggioranza chiede di “escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico” e di “assicurare la coerenza della posizione del Governo con gli indirizzi definiti dalle Camere, e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell’unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del Mes”. Qualora l’Italia fosse nella sciagurata ipotesi di chidere per sé l’intervento del Mes, il documento invita al “pieno coinvolgimento del Parlamento”.

Rep

“No a restrizioni sul possesso di titoli di Stato per le banche”

Non sono menzionati riferimenti alle famose clausole CAC, quelle che riguardano la ristrutturazione del debito e che prevedono la possibilità per una maggioranza qualificata di investitori di far scattare il taglio sul debito. Si guarda però agli altri temi caldi nel dossier dell’Unione bancaria e si chiede di “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”.

Nell’Eurogruppo di inizio mese, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, era riuscito a far passare la linea per la quale ogni decisione definitiva sul Mes – che di per sé era già stato approvato dall’Eurogruppo dello scorso giugno – sarebbe stata presa non prima del nuovo anno. Un rinvio per limare gli ultimi dettagli tecnici e letto anche come occasione all’Italia per calmare le acque interne.

Sempre in quella riunione, l’Italia è riuscita a spuntare la possibilità di inserire clausole di sub-aggregazione dei titoli di Stato da attivare nel caso di una risoluzione: un passaggio tecnico che significherebbe ridurre la ‘semplificazionè della procedura di taglio del debito, vista dagli oppositori delle modifiche al trattato come un assist a chi spinge per una ristrutturazione dei Paesi in difficoltà.

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