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Palermo, il sindaco Orlando protesta contro Libero: “Titolo vergognoso”

Gen 11, 2019

Con un post appena pubblicato sui social network, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando condanna il titolo di apertura del quotidiano “Libero”, che in prima pagina scrive “Comandano i terroni”, riferendosi al fatto che tre delle quattro cariche istituzionali più alte del Paese sono rivestite da cittadini meridionali. “Vergognoso titolo contro i meridionali del quotidiano portavoce di Matteo Salvini – scrive Leoluca Orlando su Facebook e Twitter – Si preparano già a scaricare sul Sud le colpe dei fallimenti del governo Lega-Cinque Stelle. Ha da passà a nuttata!”.

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Il sindaco di Palermo in questi giorni si è schierato apertamente contro il decreto sicurezza del ministro Salvini chiedendo ai dirigenti dell’Ufficio anagrafe del Comune di procedere lo stesso all’iscrizione dei cittadini di origine straniera e di fatto sospendendo una parte sostanziosa del decreto. Una presa di posizione attesa da un pezzo della città di Palermo che nei giorni scorsi si è ritrovata al suo fianco in piazza per protestare contro il decreto sicurezza rilanciano il tema dei diritti umani.

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“Su alcuni temi, e tra questi il rispetto dei diritti umani – ha detto Orlando nei giorni scorsi – io ho una visione e una cultura diversa da quella del ministro dell’Interno, ma qui siamo di fronte a un problema non solo ideologico, ma giuridico. Non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge, solo per spacciare per ‘sicurezza’ un intervento che puzza molto di razziale”.

Sil titolo di Lobero interviene anche il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, che coglie l’occasione per ribadire la linea dei tagli al sostegno all’editoria: “Buongiorno con la prima pagina di Libero, giornale finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni – scrive Di Maio sui social – Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi! Ma tranquilli: abbiamo già iniziato a togliergliene da quest’anno e nel giro di 3 anni arriveranno a zero. Anche questa volta l’Ordine dei giornalisti rimarrà in silenzio?”. A stretto giro di posta arriva la replica dell’Ordine: “Due modi diversi di voler male al giornalismo e di essere irrispettosi dei cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati – dice il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna – per il titolo strillato del quotidiano Libero ‘Comandano i terroni’ e i relativi contenuti è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’Ordine dei Giornalisti. Ma è altrettanto inaccettabile il post di Luigi Di Maio che, strumentalizzando la vicenda, torna a compiacersi per i tagli al sostegno all’editoria. Attendiamo che il premier Conte e il sottosegretario Crimi – aggiunge Verna – attivino quel tavolo di ragionamento critico sui tagli all’editoria promesso in diretta dal presidente del Consiglio durante la conferenza di fine anno. Imputare le colpe del quotidiano Libero a tutta la stampa libera è purtroppo perfettamente in linea con gli insulti generalizzati per i quali Di Maio è a sua volta atteso da un consiglio di disciplina”.

Critiche al titolo di Libero, ma anche al taglio all’editoria ribadito da Di Maio, arrivano da Stefano Fassina di Leu e da Alessia Rotta del Pd. “Terroni e negri, è sempre quello il cruccio dei certa gente, possono cambiare nome e sbraitare ‘prima gli italiani’, ma l’unico italiano che conoscono è quello che vive sopra il Po, è ricco e anche un pò evasore”, dice il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. A difesa del titolo di Libero si schiera il leghista Mario Borghezio: “Liberò titola “Comandano i terronì? Rispondo con un detto popolare “La verità offende”. Penso che il M5S e Di Maio debbano prendere atto che la libertà di stampa è un presidio di democrazia. Al sud, ora, votano Lega e Cinque stelle i meridionali, mentre da sempre i terroni hanno votato i partiti che lo hanno ridotto in questo modo”.

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