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Offerte telefoniche, troppi costi nascosti: Authority all’attacco degli operatori

Mar 27, 2019

Attivare la linea telefonica di un operatore italiano, fisso o mobile, rischia di essere ancora un salto nel buio: troppo spesso all’utente vengono nascosti alcuni costi o caratteristiche tecniche reali delle offerte. Un problema su cui stanno indagando in questo periodo Agcom e Antitrust e confermato da una recente inchiesta di Altroconsumo.

L’associazione dei consumatori ha rilevato che nei negozi fisici degli operatori è molto difficile per l’utente avere informazioni complete sui costi delle offerte. “Solo il 6% dei negozi tra i 160 visitati da Altroconsumo, tra store ufficiali e rivenditori multimarca, fornisce spontaneamente dettagli sui costi extra-soglia”, segnala l’associazione. Ma per legge vige l’obbligo di dare agli utenti tutte le informazioni sui costi. Questo anche per telefono, dove pure gli utenti – come riferiscono al nostro spazio “esperto telefonia” su Repubblica – spesso non vengono informati bene sul costo reale dell’offerta dopo la promozione o sui costi di recesso.

Almeno però le telefonate sono registrate dall’operatore e quindi l’utente può avere giustizia, se reclama per un’informazione precisa. Se si attiva un’offerta al negozio è più difficile tutelarsi, invece. E “nel 92% dei casi il negoziante non chiede informazioni sul profilo di consumo del cliente prima di proporgli un piano tariffario. Nel 50% dei casi si ricevono risposte sbagliate (oppure nessuna) se si chiedono informazioni sulle penali per recesso anticipato. Il 23% degli addetti alle vendite non specifica il nome dell’offerta che sta proponendo al cliente”, riporta Altroconsumo.

Altroconsumo ha visitato 160 punti vendita tra ufficiali e rivendito­ri autorizzati di undici operatori tele­fonici a Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo. Costi di extra soglia (che scattano quando l’utente esaurisce i GB) e quelli di disdetta (che possono essere di vario tipo e molto variabili a seconda dell’offerta) sono i principali indiziati. Proprio di qualche giorno fa – ma è solo un esempio recente – la sanzione Agcom a Wind 3 per mancata trasparenza sui costi di extra soglia di vecchie offerte a marchio 3.

Agcom sta indagando in questa fase anche sull’applicazione delle regole sui nuovi (ridotti) costi di disdetta, ma basta un giro sui siti degli operatori per verificare che non vengono ancora rispettate appieno. E quindi per esempio l’utente si trova ancora a pagare, in caso di disdetta anticipata finale, una super rata per il cellulare incluso nel contratto oppure a restituire tutti gli sconti fruiti fino a quel momento (per centinaia di euro).

Comunque, in caso di mancato rispetto delle norme Agcom, l’utente può sempre reclamare (anche via piattaforma gratuita Conciliaweb) per rifiutare il maxi addebito finale; ma non tutti lo sanno.

Agcom sta indagando anche sul rispetto delle regole sui bollini “fibra ottica” (ossia sulla trasparenza verso le caratteristiche tecniche delle offerte). A questo si somma un’indagine dell’Antitrust, in corso in questi giorni, sulla trasparenza delle offerte di rete fissa (per costi e caratteristiche tecniche) di Tim, Wind 3, Vodafone e Fastweb. Insomma, da vari punti di vista sembra che gli operatori difettino ancora quanto a trasparenza delle offerte; e che è cominciata una nuova stagione di battaglie delle autorità per affrontare (ancora una volta) il problema.

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