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Nuovo stallo sui dazi Usa-Cina, Borse in calo

Nov 13, 2019

MILANO Ore 10.45. Torna a soffiare un vento di incertezza sul confronto commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina. Ieri il presidente americano Donald Trump, nell’atteso discorso all’Economic club di New York, non ha fornito nuovi dettagli sullo stato dei negoziati limitandosi ad affermare che le parti sono “vicine”.

La reazione a questa incertezza è negativa in Europa: Milano peggiora a -0,85% con Prysmian in sofferenza dopo i conti diffusi ieri e i dubbi degli analisti sul futuro del business delle Tlc, per le quali la società italiana produce i cavi. Positiva invece Ferragamo all’indomani della trimestrale che ha mostrato margini superiori alle attese. Segni negativi anche nel resto d’Europa: Londra perde lo 0,52%, Francoforte arretra dello 0,84% e Parigi dello 0,53%. Più pesante il passivo in Asia, dove i mercati scontano ancora gli effetti della nuova ondata di proteste ad Hong Kong, con l’indice dell’ex colonia inglese che arriva a cedere oltre due punti percentuali. Male anche Tokyo che questa mattina ha terminato gli scambi a -0,85%.

L’euro apre stabile poco sopra 1,10 dollari e passa di mano a 1,1013 dollari e a 120,13 yen. Lieve risalita per lo spread: il differenziale Btp/Bund sale a 149 punti con il rendimento del titolo decennale all’1,22%.

Tra i dati macroeconomici i prezzi in Germania segnano un aumento dello 0,1% su base mensile mentre su base annua l’inflazione si attesta all’1,1%, in linea con la lettura preliminare. In Gran Bretagna, l’inflazione è calata dello 0,2% su mese e cresciuta dell’1,5% sull’ottobre 2018. Attesi in giornata anche la produzione industriale a settembre dall’Eurozona e dagli Stati Uniti l’inflazione a ottobre.

Anche le materie prime restano al traino dei nuovi sviluppi della guerra commerciale Usa-Cina. Le quotazioni del petrolio sono in lieve calo, con i contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre che cedono 7 centesimi a 56,7 dollari al barile e quelli sul Brent 12 centesimi a 61,97 dollari (+0,4%). Le rinnovate incertezze riportano invece in auge l’oro, bene rifugio per eccellenza: dopo il minimo dal 5 agosto scorso, il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.460 dollari l’oncia (+0,3%).

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