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Nuova chiusura e poi riapertura a tappe, le ipotesi in campo per la fine del lockdown

Mar 30, 2020

EMERGENZA CORONAVIRUS

Un nuovo Dpcm dovrebbe estendere le misure restrittive almeno fino al 18 aprile; poi, anche in linea con l’andamento dei contagi e le indicazioni dei virologi, dovrebbe scattare una graduale riapertura delle attività in cui non ci sono assembramenti di persone

30 marzo 2020


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2′ di lettura

Nuovo blocco di due settimane e poi, se l’andamento dei contagi lo consentirà, una ripresa a tappe, per scaglioni. Il ministro per gli Affari regionali Fracesco Boccia lo ha già praticamente annunciato: le misure restrittive che stando a quanto prevede il Dpcm del 9 marzo dovrebbero scadere il 3 aprile, saranno inevitabimente allungate. Dunque di sicuro resteranno chiuse le scuole. «Ci sarà una proroga – ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina -: si andrà oltre il 3 aprile», Insomma, l’Italia dell’emergenza coronavirus resterà bloccata anche dopo quella data. Di quanto lo deciderà il Consiglio dei ministri, probabilmente a ridosso della scadenza, sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scentifico del ministero della Salute.

Il piano

Lo schema dovrebbe prevedere un nuovo decreto del presidente del Consiglio, che dovrebbe estendere il lockdown almeno fino al 18 aprile, quindi dopo Pasqua. Dopodiché, anche con un occhio all’andamento della curva dei contagi – secondo i virologi è necessario che l’indice di contagiosità, ovvero il rapporto tra positivi e contagiati, scenda al di sotto dell’uno, ossia una persona infetta contagia meno di un’altra persona -, potrebbe scattare un’apertura graduale, dando la precedenza a quelle attività dove si può garantire la distanza necessaria tra le persone.

I rischi connessi a una riapertura non graduale

Il rischio che una riapertura non calibrata possa determinare una ripresa dei casi, vanificando i risultati raggiunti fino a questo punto, è reale. L’idea è quella di cominciare con una riapertura parziale di alcune fabbriche. probabilmente quelle che operano nella filiera agroalimentare e sanitaria, forse anche della meccanica e della logistica. L’allentamento della stretta potrebbe interessare anche alcuni negozi, mentre tutte le attività caatterizzate dalla concentrazione di persone in spazi chiusi, come bar, ristoranti, locali per il divertimento, cinema, teatri, stadi andrebbero automaticamente in coda. Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora proporrà l’estensione del blocco delle competizioni sportive fino al 30 aprile. La graduale riapertura sarà accompagnata da un’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine, per verificare che le persone non escano più di quanto necessario.

Conte: misure di rallentamento molto graduali

«Bisogna ragionare in termini di proporzionalità», ha sottolineato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais, a proposito della riapertura delle attività a fronte dell’emergenza Coronavirus. Alla domanda se la chiusura delle attività produttive durerà molto, il premier ha risposto: «No, è una misura economicamente troppo dura. È l’ultima che abbiamo preso e non può essere prolungata troppo. Per le scuole e le università, però, si possono introdurre delle modifiche. Anche per gli esami e le valutazioni di fine anno, in modo da non far perdere agli studenti l’anno scolastico o l’esame universitario». Alla domanda se l’Italia è favorevole ad aprire prima che termini la pandemia, Conte ha risposto: «È prematuro dirlo, Quando il comitato scientifico dirà che la curva inizia a scendere potremo studiare delle misure di rallentamento. Però dovrà essere molto graduale».

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