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Milano Pride: la Regione dice no al patrocinio, è polemica

Mag 21, 2018

La Regione dice no al patrocinio per il Milano Pride 2018, la manifestazione organizzata da Arcigay e prevista a Milano per il prossimo 30 giugno. Gli organizzatori avevano richiesto, a titolo gratuito, il patrocinio al Consiglio regionale, presieduto dal forzista Alessandro Fermi. L’ufficio di presidenza di via Fabio Filzi – composto, oltre che da Fermi, anche dai leghisti Francesca Brianza e Giovanni Malanchini, e per le opposizioni dal Pd Carlo Borghetti e dal grillino Dario Violi – ha però detto no: a votare contro la concessione del patrocinio, i tre rappresentanti della maggioranza di centrodestra che sostiene la giunta di Attilio Fontana.

La parata del Milano pride si svolgerà il prossimo 30 giugno. A culmine della Pride week, una settimana di eventi (si parte il 22 giugno) tutti dedicati al mondo Lgbt. E che secondo gli organizzatori – Arcigay con il Coordinamento Arcobaleno – sarà “un’importante occasione per realizzare eventi di ampio respiro e grande appeal su tematiche di particolare rilevanza per la comunità”. La decisione del Pirellone di non concedere il patrocinio, che per ora alla manifestazione è stato dato solo dall’Università Bicocca, non è una sorpresa: già lo scorso aprile, intervistato da Lettera43, il neo-governatore Attilio Fontana aveva reso chiaro il suo no all’appoggio alla manifestazione.

“Non daremo il patrocinio al Pride, è una manifestazione divisiva e per questo non va sostenuta”, ha dichiarato all’epoca il numero uno di Palazzo Lombardia. “Non l’ho appoggiato a Varese e non penso lo farò nemmeno qui, ma ne dobbiamo parlare con gli alleati”. Detto, fatto. Non è la prima volta: già l’anno scorso il predecessore di Fontana, Roberto Maroni, aveva deciso di non patrocinare l’evento.

All’attacco le opposizioni: “Ho votato a favore della concessione

del patrocinio – dice il Pd Carlo Borghetti – perché sono per sostenere la libertà di espressione e per riaffermare la laicità della istituzione Consiglio Regionale. Siamo una Regione laica in uno Stato laico. Trovo l’esito del voto un errore della maggioranza che governa la Lombardia. Un percorso di tolleranza e apertura, in sintonia con i valori della nostra Costituzione, non dovrebbe essere impedito per motivi puramente ideologici e di parte”.

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